Mentre il Sud della Sardegna continua a bruciare, è caccia ai colpevoli. Se il presidente della Regione, Christian Solinas, già ieri aveva espresso la sua “ferma condanna verso gli autori di questo nuovo scempio criminale consumato a danno del patrimonio ambientale sardo” e aveva dato mandato al Corpo Forestale Regionale di intensificare le indagini su tutto il territorio per individuare ed assicurare alla giustizia i responsabili, oggi, stando a quanto riporta La Nuova Sardegna, gli agenti del corpo Forestale hanno trovato alcuni inneschi a Gairo che non lasciano dubbi sulla natura dolosa dell’incendio. Intanto le indagini proseguono per chiarire anche le cause del focolaio più grosso tra Posada e Siniscola.
Dopo un sabato notte di fuoco, anche domenica è proseguito il lavoro dei vigili del fuoco con squadre a terra e quattro Canadair. Le maggiori criticità nel nuorese e in provincia di Cagliari. Un vasto incendio di vegetazione ha colpito Monte Longu di Posada (Nuoro): evacuate precauzionalmente diverse abitazioni e strutture minacciate dalle fiamme che sono alimentate dal forte vento. Squadre all’opera anche nel cagliaritano, a Quartu Sant’Elena: un camping minacciato dalle fiamme è stato evacuato, anche per le numerose esplosioni causate probabilmente da bombole di gas. Nella notte fra domenica e lunedì sono stati svolti 60 interventi tra le province di Nuoro e Cagliari. Squadre e tre Canadair lunedì erano ancora in azione a Gairo, Posada (NU) e a San Giovanni Suergiu (SU).
E ad andare in fumo sono stati centinaia di ettari, con i roghi che hanno colpito aziende agricole ed allevamenti con foraggi e piante di agrumi bruciati, senza dimenticare i danni a mezzi agricoli e impianti di irrigazione, elettrici e pompaggio. Secondo il monitoraggio di Coldiretti “ci vorranno anni prima che le piante da frutto distrutte possano tornare a produrre con danni ambientali ed economici per le aziende“.
Certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con alte temperature e vento, ma a preoccupare la Coldiretti sono “la disattenzione e l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato in Italia volontariamente“. Anche per questo il Consiglio dei ministri nella serata di lunedì ha approvato il decreto legge che inasprisce le pene a carico degli autori di incendi boschivi. Aumentato da quattro a sei anni il minimo edittale per chi causa un incendio in boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui. Se l’incendio è di natura colposa la pena minima passa da uno a due anni di reclusione. Infine il dl prevede che la pena sia aumentata da un terzo alla metà quando il fatto è commesso al fine di trarne profitto per sé o per altri o con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti all’esecuzione di incarichi o allo svolgimento di servizi nell’ambito della prevenzione e della lotta attiva contro gli incendi boschivi.