La persistenza della guerra Russia-Ucraina non fa che recare danni a tutto il mondo e su tutti i fronti. Tra questi c’è la questione ambientale, infatti, proprio come riferito ieri dal presidente della repubblica Sergio Mattarella durante la Conferenza nazionale della Cooperazione allo sviluppo, questo conflitto sta rendendo “più difficile la collaborazione internazionale in materia climatica e ambientale”, tanto che “l’azione per gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ne esce indebolita”. Si riaprono così, scenari che apparivano definitamente superati o in via di superamento.
L’impatto sull’ambiente, quindi, non è affatto da trascurare: “Presenteremo il conto all’umanità del futuro”, assicura il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo alla seconda conferenza nazionale della Cooperazione allo sviluppo Co-Opera. Con il suo omologo ucraino, il capo del Mite, costruirà un vero e proprio “modello per valutare il danno ambientale della guerra”, spiega, mettendo in chiaro poi che si tratta di un ‘dovere’ e di un passo in avanti verso la cooperazione tra Stati.
Accelerare sulle rinnovabili è una prerogativa fondamentale per resistere alla guerra e per far sì che questo ‘danno ambientale’ sia il più basso possibile. “In una previsione 2050 in cui vogliamo avere Net Zero con 9 miliardi di persone, dobbiamo farlo per forza con nuove tecnologie rinnovabili. Bisogna investire ora”, avverte Cingolani. Ed è già stato messo tutto in conto, il piano relativo alla sostituzione dei 30 miliardi di metri cubi di gas russo, infatti, prevede “25 miliardi di nuovo gas gnl provenienti dai paesi africani e 5 da fonti rinnovabili“, la sottolineatura.