Cop30, a Belém il modello Italia su fondo clima e progetti per Paesi in via di sviluppo

Il ministro Pichetto Fratin parla di risultati e obiettivi dei programmi italiani a sostegno della transizione e ricorda il ruolo del Fondo Clima

Con l’aumento dei finanziamenti per la finanza climatica al centro dei negoziati, l’Italia alla Cop30 porta il suo modello per l’utilizzo dei fondi. Gilberto Pichetto Fratin parla di risultati e obiettivi dei programmi italiani a sostegno della transizione e ricorda il ruolo del Fondo Clima, che “sostiene progetti che favoriscono la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, contribuendo alla riduzione delle emissioni, alla resilienza delle comunità vulnerabili, alla protezione degli ecosistemi”. Il Fondo, spiega nel corso dell’iniziativa organizzata da Cassa Depositi e Prestiti ‘Climate Finance for a Just Transition: scaling innovation and partnerships for global impact’, si integra “con iniziative multilaterali e con programmi come il Global Gateway e il Piano Mattei, rafforzando il ruolo dell’Italia come partner affidabile e proattivo della cooperazione internazionale per il clima”.

Pichetto lancia anche l’iniziativa ‘Nature-Based Solutions Innovation Accelerator’, promossa dal Mase con il programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep). E, aprendo i lavori di un convegno al Padiglione Italia dedicato al tema delle “soluzioni basate sulla natura”, annuncia che il Paese intende, attraverso il programma NBS-IA, “promuovere interventi innovativi e resilienti in Asia Centrale e Africa, nei Paesi prioritari del Piano Mattei, dove l’urgenza climatica si intreccia con sfide infrastrutturali e sociali di grande portata”.

L’Italia ha poi ideato e finanziato 3Den, in partenariato con il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente e l’Agenzia Internazionale dell’Energia. Dopo il lancio della prima fase nel 2021, i risultati “hanno superato ogni aspettativa”, rivendica il ministro. I progetti pilota sostenuti da 3DEN hanno già raggiunto infatti 350mila persone e “fatto risparmiare migliaia di tonnellate di Co2, migliorando la gestione delle reti, l’accessibilità all’energia, la resilienza per comunità e imprese”, sottolinea in un side-event della Cop30 dedicato al progetto ‘Digital Demand-Driven Electricity Network’, nato con l’obiettivo di sostenere la decarbonizzazione e la modernizzazione dei sistemi energetici dei Paesi in via di sviluppo, nel solco del Piano Mattei.

Con il direttore Affari Europei, Internazionali e Finanza Sostenibile del Mase, Alessandro Guerri, Pichetto annuncia l’avvio della Fase II del progetto, con un contributo di 23 milioni di euro, per accelerare l’innovazione digitale necessaria alla modernizzazione i sistemi energetici. Quattordici nuovi progetti sono stati selezionati e rappresentano la nuova generazione di soluzioni “intelligenti, scalabili e inclusive, tredici delle quali con focus sul continente africano”. L’esperienza italiana, dai contatori intelligenti all’integrazione delle rinnovabili distribuite dimostra per il titolare del dicastero di via Cristoforo Colombo che la tecnologia digitale “non è un lusso – assicura -, ma un fattore di resilienza, competitività e uguaglianza”