A causa della mancanza di fertilizzanti di base, di cui la Russia è uno dei principali fornitori, il prossimo anno i prezzi dei generi alimentari potrebbero esplodere, così come la fame nel mondo. L’allarme arriva direttamente dai produttori e dagli analisti del mercato, che si uniscono all’allerta già lanciata dall’Onu. I fertilizzanti sintetici, chiamati NPK – a base di azoto, fosforo o potassio – non sono mai stati così costosi: i prezzi internazionali sono triplicati tra l’inizio del 2021 e la metà del 2022.
In Europa, il prezzo dei fertilizzanti ha raggiunto il livello più alto mai registrato, perché strettamente legato al costo del gas, che rappresenta il 90% delle spese di produzione di prodotti come l’ammoniaca (da cui si ricava il nitrato d’ammonio) e l’urea. E con Gazprom che chiude i rubinetti all’Europa la crisi è già visibile. Per mantenere la loro redditività, diversi produttori europei di fertilizzanti stanno cessando la produzione di ammoniaca, ottenuta combinando l’azoto dell’aria e l’idrogeno del gas naturale. Un fatto che non accadeva dalla crisi finanziaria del 2008.
Con il gas a più di 300 euro per MWh, “contro i 20 euro di media degli ultimi 10 anni“, “abbiamo un grosso problema: tutti coloro che producono ammoniaca sono in difficoltà, perché il gas è da 10 a 15 volte più costoso di prima“, spiega Nicolas Broutin, capo della filiale francese del produttore norvegese Yara, numero uno europeo nei fertilizzanti azotati.
E proprio Yara ha annunciato che ridurrà ulteriormente la sua produzione di ammoniaca in Europa a causa del prezzo del gas, utilizzando solo il 35% della sua capacità di produzione nel vecchio continente. Per gli stessi motivi ha già fermato due volte dall’inizio dell’anno il suo stabilimento di Ferrara e sospeso per tre settimane la produzione in quello di Le Havre, in Francia. In totale, a Yara mancheranno 3,1 milioni di tonnellate di ammoniaca e 4 milioni di tonnellate di prodotti finiti. Questa settimana, il primo produttore polacco Azoty ha annunciato che avrebbe sospeso il 90% della sua produzione di ammoniaca e anche il primo produttore lituano Achema ha annunciato la chiusura del suo impianto il 1° settembre. In Ungheria, Nitrogenmuvek è chiusa e l’impianto Borealis di Grandpuits in Francia dovrebbe chiudere a settembre e ottobre, secondo un rapporto della società di analisi Argus. “Il rischio di penuria se tutta l’Europa si ferma è reale, potrebbe esserci un problema di risorse perché produciamo fertilizzanti in inverno in previsione della primavera del 2023“, aggiunge Broutin.
Gli agricoltori rischiano anche di rimanere senza potassio a causa delle sanzioni contro la Russia, uno dei principali produttori di questa sostanza, e di quelle contro la Bielorussia, responsabile di un sesto della produzione mondiale. Prima della guerra in Ucraina, la Russia era il più grande esportatore mondiale di fertilizzanti NPK. Eppure, dall’Onu ricordano che i fertilizzanti e i prodotti agricoli russi sono esenti da sanzioni e dovrebbero poter accedere liberamente ai mercati mondiali “senza ostacoli“, a fronte del rischio di una crisi alimentare globale nel 2023.
Il Brasile, ad esempio, potenza agricola di cui la Russia è il principale fornitore di fertilizzanti, “ha già preso coscienza della sua dipendenza che peserà sulla campagna agricola del 2023“, sottolineano gli esperti di Cyclope, la ‘bibbia’ mondiale delle materie prime. “È nel 2023-2024 che si farà sentire l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti e forse il loro minor utilizzo“, spiegano gli analisti di Cyclope, che prevedono una produzione agricola “significativamente ridotta” in Africa. E mentre l’Europa annaspa, in altre parti del mondo il settore è ancora più florido. Per fare a meno del gas russo, i produttori europei importano ammoniaca dal Nord America o dall’Australia dalla fine del 2021. Così, il numero uno mondiale dei fertilizzanti, il canadese Nutrien, ha annunciato che aumenterà la produzione di potassio per compensare l’eventuale stop alle esportazioni da parte della Russia e della Bielorussia. Gli analisti prevedono che il fatturato del gruppo raddoppierà.