Avanti con la transizione sostenibile, politiche di trasformazione dell’economia per modelli produttivi a zero emissioni. Perché tra i disastri della guerra e i venti di crisi che ne derivano, c’è sempre il clima, quello vero. I principali attori ne sono consapevoli, e da ogni angolo del pianeta c’è la voglia di non trascurare il surriscaldamento. A partire da Ursula von der Leyen, ‘padrona di casa’ al summit dell’Ue per gli investimenti sostenibili organizzato per tenere alta l’attenzione su un tema che rimane centrali e quanto più fondamentale. “Le prospettive di crescita, rispetto a un anno fa, si sono ridotte. Ma le nostre ambizioni per uno sviluppo sostenibile no”, sottolinea la presidente della Commissione europea, che all’approssimarsi della conferenza sul clima della Nazioni Uniti (Cop27), traccia la linea. Il futuro sono le energie rinnovabili, che “fanno bene al clima e alla nostra indipendenza energetica”.
La Cop27 di Sharm-el-Sheick, in Egitto, dovrà cercare soluzioni globali condivise per contrastare e contenere l’aumento mondiale della temperature. Lavori in corso dal 6 al 18 novembre, ma intano l’Ue lavora già ad alleanze. Una è quella con il Canada. “Condividiamo l’ambizione di accelerare la transizione energetica sostenibile”, scandisce il primo ministro Justin Trudeau nel videomessaggio inviato per l’occasione. “Lavoriamo con l’Ue per essere un partner affidabile in tal senso”, e per le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici “il Canada ha raddoppiato l’impegno finanziario portando a 5,3 miliardi di dollari le risorse per la lotta ai cambiamenti climatici”.
La sponda eco-sostenibile dell’Ue non è solo con l’Atlantico, ma pure il Pacifico. “Dobbiamo continuare a eliminare le emissioni di carbonio dalla nostra economia, e per questo dobbiamo continuare a collaborare”, scandisce la prima ministra della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, in video. “La lotta al cambiamento climatico è una priorità su cui lavorare”. Parole che non possono che far piacere al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, preoccupato che la guerra in corso in Ucraina possa mettere “sullo sfondo” la questione climatica. Qualcosa da evitare. La Cop27 semmai “deve rappresentare un punto di svolta”, soprattutto per quanto riguarda “la convergenza tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo”.
Il fatto che l’amministrazione Biden sembri intenzionata a giocare un ruolo da protagonista è di buon auspicio per una riuscita dell’appuntamento. A Washington si è preso atto che da un punto di vista economico “i cambiamenti climatici sono una minaccia alla stabilità degli Stati Uniti”, ammette il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen. La Casa Bianca “ha iniziato a lavorare per la valutazione dei rischi, e il dipartimento del Tesoro americano è impegnato in attività di finanziamento di operazioni a emissioni neutre di CO2”. Yellen riconosce che “con il pacchetto Fitfor55 l’Unione europea ha chiarito di essere leader negli impegni contro i cambiamenti climatici”, e propone una nuova alleanza sostenibile con il blocco dei Ventisette. “Credo che sia fondamentale che Ue e Stati Uniti creino meccanismi di divulgazione sui rischi finanziari delle imprese” legati ai cambiamenti climatici .
Intanto il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, invita gli Stati membri a non mollare. Nel rispondere alla crisi energetica c’è “il rischio che, nel tentativo di garantire energia in abbondanza e prezzi più bassi, si cerchino soluzioni che ritardino la transizione verde”. Ebbene, “dobbiamo assolutamente evitare questo errore”. Ricorda che col piano REPowerEU per l’indipendenza energetica “propone misure importanti per accelerare gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica”, e ribadisce l’intenzione della Commissione ad aumentarne le risorse. “Pulita, sicura e conveniente: questi sono gli obiettivi della nostra politica energetica nell’Ue”. Gentiloni riassume l’azione europea in questo modo. Il summit sugli investimenti sostenibili di Bruxelles sembra indicare che Stati Uniti, Canada e Nuova Zelanda la pensano allo stesso modo. Un punto di partenza incoraggiante in vista dei negoziati globali per il clima.