Negli ultimi 20 anni gli incendi boschivi sono raddoppiati

In confronto al 2001, gli incendi devastano oggi circa 3 milioni di ettari in più ogni anno, un’area equivalente a quella del Belgio

La distruzione delle foreste di tutto il mondo sta accelerando precipitosamente, soprattutto a causa degli incendi. Rispetto all’inizio del secolo è raddoppiata la superficie boschiva scomparsa. In confronto al 2001, gli incendi devastano oggi circa 3 milioni di ettari in più ogni anno, un’area equivalente a quella del Belgio. È quanto emerge dai dati satellitari compilati dal Global Forest Watch (GFW), dal World Resources Institute (WRI) e dall’Università del Maryland .

Nel 2021 spetta a Russia, Canada e Stati Uniti il record negativo di perdita di superficie forestale causata dagli incendi. Questi tre Paesi hanno perso complessivamente 7,8 milioni di ettari. Lo scorso anno la Russia ha subito la più grande perdita di copertura arborea negli ultimi 21 anni, l’82% della quale è stata causata da incendi. Qui, dal 2001 sono bruciati 53 milioni di ettari, un’area grande quasi quanto la Francia. Il 70% delle superfici divorate dalle fiamme in 20 anni riguarda le foreste boreali, che ricoprono gran parte della Russia, del Canada e dell’Alaska, e che costituiscono tra i più grandi pozzi di carbonio del pianeta.

Gli incendi, secondo lo studio, rappresentano più di un quarto della perdita totale di copertura forestale dall’inizio del secolo, mentre il resto è causato dalla deforestazione o da altre cause naturali (tempeste e inondazioni). La perdita di copertura forestale dovuta agli incendi aumenta di circa il 4% all’anno, ovvero 230.000 ettari in più. E circa la metà di questo aumento è dovuta a incendi più grandi nelle foreste boreali, “probabilmente il risultato del riscaldamento delle temperature nelle regioni settentrionali“, osservano i ricercatori.

La distruzione della foresta da parte di questi incendi, unita alla siccità e al calore elevato, porta a massicce emissioni di gas serra, che aggravano ulteriormente il cambiamento climatico attraverso il meccanismo di un “ciclo di feedback incendio-clima“. “In queste regioni boreali, la CO2 si è accumulata nel terreno per centinaia di anni ed è stata protetta da uno strato umido sulla parte superiore“, spiega l’analista del GFW James McCarthy. “Questi incendi, più frequenti e più gravi, bruciano questo strato superiore – ha spiegato – e rilasciano la CO2”. Questa dinamica, avverte lo studio, potrebbe alla fine far perdere alle foreste boreali il loro status di pozzi di carbonio.

I ricercatori chiedono ai governi di migliorare la resilienza delle foreste arrestando la deforestazione e limitando alcune pratiche di gestione locale, tra cui gli incendi controllato, altamente rischiosi durante i periodi di siccità. “Le foreste sono una delle migliori difese che abbiamo contro i cambiamenti climatici“, dice McCarthy.