Italia divisa tra anticiclone africano e perturbazione atlantica

Nelle regioni occidentali del Nord del Paese il tempo comincerà a peggiorare mentre una nuova ondata di caldo arriverà al centro e al sud

Nei prossimi giorni il nostro Paese si troverà a fare i conti con due configurazioni atmosferiche diametralmente opposte. Da una parte tornerà l’anticiclone africano e dall’altra giungerà, dopo mesi e mesi di assenza, una perturbazione atlantica.

Già da mercoledì 17, al Nord il tempo comincerà a peggiorare sulle regioni occidentali con primi temporali a partire dal pomeriggio. Giovedì 18 la perturbazione affonderà con maggior decisione al Settentrione con violenti temporali che da Ovest si muoveranno verso Est in serata e nottata. I fenomeni potranno risultare molto forti ed essere accompagnati da grandinate e improvvisi colpi di vento. Non si escludono neppure locali bombe d’acqua (o nubifragi). La perturbazione interesserà anche la Toscana nel corso di Giovedì 18.

Le cose andranno decisamente in maniera diversa sul resto d’Italia, spiega Lorenzo Tedici, meteorologo de ilmeteo.it. L’anticiclone africano in arrivo porterà aria caldissima verso le regioni meridionali e centrali. I venti soffieranno dai quadranti meridionali e le temperature non potranno far altro che schizzare sempre più in alto. In Sicilia si toccheranno picchi di 42/43°C a Siracusa e sulle zone più interne; fino a 40/41°C sono previsti in Sardegna e in Puglia, oltre i 34/35°C su Lazio (anche a Roma), Marche e Campania. La settimana si concluderà con il ritorno a condizioni più normali: infatti, dopo il passaggio della perturbazione i venti soffieranno di Maestrale, pronti a mitigare il clima su tutte le regioni.

Quella del 2022 è la peggior estate del decennio con in media ben 16 fra grandinate e bufere di acqua e vento ogni giorno, con un impressionante aumento di quasi il 1300% di questi eventi rispetto all’inizio della decade“, denuncia Coldiretti nell’analisi sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). L’ultima ondata di maltempo che ha investito l’Italia da nord a sud, ha portato bombe d’acqua e grandine extra large con alberi sradicati, tettorie distrutte, allagamenti, esondazioni e fango. “Siamo di fronte – spiega Coldiretti – a un impatto devastante dei cambiamenti climatici che con il moltiplicarsi di eventi estremi tra siccità e nubifragi provocano vittime e danni che in agricoltura superano già i 6 miliardi di euro nel 2022, pari al 10% della produzione nazionale“.

È evidente in Italia la tendenza ad una tropicalizzazione del clima tanto che a luglio si è registrata una temperatura superiore di 2,26 gradi alla media, mentre a giugno la colonnina è stata più alta di 2,88 gradi, su valori vicini al record del 2003. Le ultime ondate di maltempo con nubifragi e grandinate si sono abbattute su terreni secchi che – evidenzia Coldiretti – non riescono ad assorbire l’acqua che causa frane e smottamenti con oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 91,3% del totale) che hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico secondo dati Ispra Eventi estremi che provocano danni perché colpiscono aree rese più fragili dalla cementificazione e dall’abbandono.

Nel 2021 sono stati consumati oltre 2 metri quadrati di suolo al secondo, il valore più alto negli ultimi 10 anni, con il cemento che ricopre ormai 21.500 chilometri quadrati di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato, secondo il Rapporto elaborato dall’Ispra. Le superfici perse in Italia dal 2012 avrebbero garantito la fornitura complessiva di 4 milioni e 150 mila quintali di prodotti agricoli e l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica dei nostri territori segnati dal moltiplicarsi di eventi estremi dalla siccità ai violenti temporali.