La Chiesa farà sentire la sua voce, “con severità se occorre“, per tutelare il “bene comune e non l’interesse personale, la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità“. Matteo Zuppi, cardinale presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, parla all’indomani degli esiti delle elezioni politiche che hanno sancito la vittoria schiacciante per la destra estrema. Lo fa senza riverenze e senza paure.
Esponente di spicco della Comunità di Sant’Egidio, da sempre in prima linea per la difesa dei migranti, non manca di ribadire agli eletti e alla premier in pectore Giorgia Meloni che gli ultimi non vanno dimenticati, così come non vanno dimenticate le angosce degli italiani e il posizionamento di Roma a Bruxelles e nel mondo. “La guerra in corso e le sue pesanti conseguenze richiedono un impegno di tutti e in piena sintonia con l’Europa“, precisa. Da parte sua, “nel rispetto delle dinamiche democratiche e nella distinzione dei ruoli“, garantisce, la Chiesa “non farà mancare il proprio contributo per la promozione di una società più giusta e inclusiva“.
Il richiamo è all’impegno, alla responsabilità e alla partecipazione. Già nell’appello del Consiglio Episcopale Permanente, diffuso alla vigilia delle elezioni, i vescovi hanno sottolineato quanto sia importante essere partecipi del futuro del Paese. Preoccupa ora l’astensionismo crescente, che in questa tornata elettorale ha raggiunto livelli mai visti prima. “È il sintomo di un disagio che non può essere archiviato con superficialità e che deve invece essere ascoltato“, sollecita il presidente dei vescovi, rinnovando l’invito a “essere protagonisti del futuro”, chiedendo di ricostruire un “tessuto di relazioni umane, di cui anche la politica non può fare a meno“.
Quindi, “alta responsabilità”, al servizio di tutti, a cominciare dai più deboli e “meno garantiti“. L’agenda dei problemi è fitta: “Le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale”. Sono alcune delle sfide che il Paese è chiamato ad affrontare, Zuppi le elenca tutte e si rivolge al futuro esecutivo, “le affronti fin da subito“. I nuovi rapporti tra le due sponde del Tevere sono tutti da costruire, bando ai convenevoli.