Oggetto: Ricerca idrica con metodo sensitivo agricolo. “L’anno duemilaventidue del mese di agosto del giorno diciassette nel proprio ufficio”, il responsabile dell’area tecnica, ritiene “di procedere attraverso affidamento diretto”, “dato atto che è necessario provvedere alla ricerca idrica con metodo sensitivo agricolo al fine da avere nuovi approvvigionamenti idrici dato il periodo di siccità”. Questo recita la determinazione dell’Area tecnica del Comune di Baiardo (Imperia) con cui è stato siglato un contratto (del valore di 366 euro) a un uomo della zona “in grado di rispondere prontamente alle esigenze di lavoro”. Tradotto con le parole del Cicap, “c’è chi, tra gli amministratori locali, ha ritenuto di combattere la crisi idrica ricorrendo alla rabdomanzia, con la siccità che da mesi sta mettendo a dura prova gran parte d’Italia”. La determinazione è facilmente reperibile sull’albo pretorio online del Comune imperiese e segue l’esempio dell’amministrazione confinante di Apricale, a meno di un mese di distanza. “Si commissiona quindi al rabdomante un’attività che dovrebbe essere di competenza di un geologo”, sottolinea il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, fondato nel 1989, tra gli altri, da Piero Angela.
I RILIEVI DEL CICAP
Nella nota pubblicata sul sito web, il Cicap insiste “sulla necessità che le istituzioni pubbliche prendano decisioni e dispongano dei propri fondi tenendo conto delle evidenze scientifiche, e invita il rabdomante a mettersi alla prova con un esperimento di verifica delle sue abilità sensitive assieme agli esperti dell’associazione”. Il Comitato spiega che “la rabdomanzia è un’arte divinatoria, diffusa sin dal III millennio a.C., che non ha alcuna efficacia dimostrata, a differenza di discipline attendibili come l’idrogeologia”. Nel corso degli anni gli stessi esperti del Cicap (che raggruppa fisici, geologi, chimici, linguisti, filosofi e in generale i massimi esponenti italiani della propria disciplina), hanno esaminato in ogni occasione possibile l’opera dei rabdomanti: “Tutti gli esperimenti condotti in merito hanno dato esito negativo”, e “ogni tentativo di dimostrare le tesi dei rabdomanti in condizioni di rigoroso controllo scientifico è fallito: chiamati a spiegare il proprio operato, i sensitivi hanno sempre addotto problemi di influenze esterne presenti sul terreno d’indagine”.
Il Cicap segnala che alcuni media, riportando la notizia, hanno spiegato che il rabdomante ingaggiato dai due Comuni liguri avrebbe in passato operato “con successo” in un terreno appartenuto alla contessa Francesca Vacca Augusta a Portofino. Tuttavia, spiega il Comitato, “l’area in questione è nota per essere naturalmente ricca di sorgenti e importanti serbatoi sotterranei d’acqua”, come riportato sul sito ufficiale dell’Ente Parco di Portofino.
LE RAGIONI DEL (PRESUNTO) SUCCESSO
La rabdomanzia ‘classica’ si riferisce alla pratica di utilizzare un bastone biforcuto, un’asta o un pendolo per localizzare acqua sotterranea, ed è stato oggetto di discussioni e controversie per centinaia di anni (forse anche migliaia). Il ricorso a rabdomanti è diffuso in molte aree del mondo, tra cui Africa, Australia e Stati Uniti. Proprio l’Usgs (United States Geological Survey, ovvero l’Istituto geologico degli Usa) ha chiarito che la spiegazione naturale della rabdomanzia “di successo” è che in molte aree l’acqua sotterranea è così diffusa vicino alla superficie che sarebbe difficile perforare e non trovare acqua. “Un po ‘ d’acqua esiste sotto la superficie terrestre quasi ovunque. – spiegano gli esperti dell’Usgs – e questo spiega perché molti rabdomanti sembrano avere successo. Per localizzare accuratamente le acque sotterranee è necessario tuttavia utilizzare diverse tecniche e sono necessarie conoscenze idrologiche, geologiche e geofisiche per determinare la profondità e l’estensione dei diversi strati idrici e la quantità e la qualità dell’acqua che si trova in ciascuno”.