La scelta vegetariana per l’ambiente: in Italia la fanno 5 italiani su 100

Il cambiamento climatico in atto e l’allarme a supporto di una trasformazione tanto difficile quanto necessaria, potrebbero nei prossimi anni incidere profondamente sulle nostre scelte alimentari

Le scelte alimentari dei consumatori sono sempre meno casuali, sempre più ragionate. E il cambiamento climatico in atto e l’allarme a supporto di una trasformazione tanto difficile quanto necessaria, potrebbero nei prossimi anni incidere profondamente sulle nostre scelte alimentari, così come sta già facendo il conflitto bellico in corso che, per via dei prezzi aumentati di alcuni alimenti o per via di scelte personali, che escludono determinati approvvigionamenti sulla base della loro provenienza, sta ridisegnando le nostre abitudini di spesa e di consumo. È quanto emerge dal 34esimo Rapporto Italia dell’Eurispes. In questa ottica si inserisce la scelta del vegetarianesimo e veganesimo, nella quale è facile riconoscere un intento di salvaguardia e rispetto nei confronti del mondo circostante, che abbraccia la natura, l’ambiente e gli animali. Una parte importante delle emissioni di gas serra deriva infatti proprio dalla produzione di carne rossa; allo stesso tempo, la produzione di carni bianche (tacchini, conigli e polli alimentati a cereali), pur generando meno emissioni nell’atmosfera, incide negativamente sulla perdita di biodiversità, avendo un impatto più elevato sull’utilizzo del terreno.

Ma quanto sono radicate la pratica vegetariana e quella vegana nel nostro Paese? Posti di fronte alla questione, gli italiani affermano nell’83,6% dei casi di non essere vegetariani, optando pertanto per una dieta tradizionale o per altri tipi di alimentazione quali, a titolo di esempio, quella fruttariana o paleolitica (che interessano comunque una parte davvero esigua della popolazione). Ad affermare di aver intrapreso la scelta vegetariana è il 5,4% del campione, cui si aggiunge un 9,7% di persone che, pur non essendolo più, vantano un passato da vegetariani; un restante 1,3% si dichiara vegano. Dal 2014 ad oggi la scelta di essere vegetariani ha subito nel nostro Paese un andamento altalenante, facendo registrare il suo picco massimo nel 2016 con il 7% e il suo minimo nel 2017 con una percentuale pari al 4,6. Oggi i vegetariani rappresentano il 5,4% della popolazione (in calo rispetto allo scorso anno dello 0,4% e rispetto all’anno precedente dell’1,3%) e si attestano leggermente al di sotto della media dei nove anni presi in esame, dal 2014 ad oggi (5,9%). Anche i vegani (il cui picco massimo è stato raggiunto con il 3% nel 2017) sono in diminuzione rispetto agli ultimi due anni (-1,1% rispetto al 2021 e -0,9% rispetto al 2020) ma risultano in aumento rispetto al primo anno considerato, il 2014, in cui la loro presenza rappresentava soltanto lo 0,6%. Dal 2014 ad oggi la percentuale di vegetariani e vegani considerati insieme è leggermente diminuita: erano il 7,1% nel 2014 e sono oggi il 6,7%, il secondo dato più basso dopo il 2015 (5,9%), mentre la media dell’intero periodo fa segnare quota 7,4%.

Dall’analisi Eurispes, il regime vegano è maggiormente scelto dai giovani sotto i 24 anni (4,8%), mentre quella vegetariana tra i 25-24enni (6,4%). Tra i giovani dai 18 ai 44 anni è più alta l’adesione di coloro che hanno tentato di avvicinarsi alla pratica vegetariana, per poi rinunciarvi: lo afferma il 14% dei 25-34enni, il 12,7% dei 18-24enni e il 12,2% dei 35-44enni, mentre tra i più adulti questo livello risulta più basso (8,7% per i 45-64enni e 6,4% per coloro che hanno 65 anni e oltre). Il genere di appartenenza svela che le donne in misura maggiore rispetto agli uomini scelgono l’alimentazione vegetariana (5,7% contro 5,2%), mentre tra le fila di coloro che prima erano vegetariani e adesso non lo sono più sono più numerosi i maschi (10,4%) rispetto alle femmine (8,9%). Ad annunciare di essere vegani sono invece in misura maggiore gli uomini (1,7%) rispetto alle donne (0,9%). L’analisi geografica dei dati rivela che la parte del Paese in cui è maggiore la presenza di vegetariani è il Nord-Ovest (7,9%), cui seguono le Isole (6,3%), il Sud (5,3%), il Nord-Est (4,3%) e il Centro (3%). Quest’ultima area è invece quella che conta una presenza più alta di vegani (2,2%), seguita dal Nord-Ovest (1,9%), dal Sud (1,3%) e dalle Isole (0,9%).