Vestiti vecchi, che non entrano più o che non si utilizzano? Per evitare che tutto questo finisca nel cassonetto la rappresentanza dei Paesi Bassi presso l’Unione europea organizza un mercatino dell’usato per uno scambio eco-sostenibile. Torna ‘Svuota l’armadio’, l’iniziativa lanciata dagli olandesi nel 2019 e fermata solo causa pandemia. Una storia “di successo”, ricorda la sede diplomatica di uno dei fondatori dell’Ue, tanto da rilanciarla in grande stile. Per tutti l’appuntamento è per il 27 ottobre, nella sede di avenue de Cortenbergh. Lo speciale mercato farà orario no-stop 12.30-18.30, e per l’occasione gli olandesi offriranno anche un rinfresco o un aperitivo, per chi vorrà partecipare all’iniziativa nell’ora del pranzo o nel dopo-lavoro.
Per i Paesi Bassi il modello attuale dell’industria tessile è insostenibile, e le abitudini dei cittadini non aiutano. “Ci vogliono 2.700 litri di acqua per produrre una maglietta”, lamenta la rappresentanza del regno e “questo equivale a riempire la tua bottiglia d’acqua 6000 volte”. Detto in altri termini, l’industria tessile “ha un impatto significativo sul nostro clima e ambiente”. Con il motto “riduzione, riutilizzo e riciclo iniziano da tutti noi”, lo scambio di vestiti usati intende dare un buon esempio e avviare un nuovo tipo di educazione e di modello socio-culturale.
Quando si parla di Green Deal e sostenibilità, non c’è moda che tenga. Il vero modo per essere ‘in’ e chic è vestire responsabile. I Paesi Bassi sono convinti che ci sia bisogno di un’industria tessile sostenibile e competitiva, in linea con gli sforzi per un’economia circolare entro il 2050. Ad Amsterdam la linea è per una rapida attuazione della strategia dell’UE per i tessili sostenibili e circolari, che prevede diverse iniziative per garantire prodotti sostenibili requisiti, aumentare la trasparenza e migliorare l’informazione dei consumatori per prevenire il greenwashing. Il mercatino di Bruxelles è solo un’occasione in più per ribadire la posizione.