“Le Antille sono tra le isole più minacciate” dalla sommersione marina ed entro il 2040 alcune aree della Guadalupa e della Martinica potrebbero diventare inabitabili. Lo dice l’esperta Virginie Duvat, professoressa di geografia dell’Università di La Rochelle (Francia), che ha partecipato alla stesura del rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) e con il suo team sta conducendo uno studio sul campo.
Che impatto avrà il cambiamento climatico sulle isole tropicali?
“Gli impatti saranno molteplici. In primo luogo, i cicloni saranno più intensi. Le isole sperimenteranno picchi di distruzione, come nel 2017 a Saint-Martin. L’erosione costiera metterà in discussione l’utilizzo dei litorali, che ospitano aree residenziali, attività turistiche e infrastrutture, come i ripari. Per quanto riguarda la sommersione marina, le Antille sono tra le isole più a rischio. Con l’innalzamento del livello del mare, che non può più essere fermato, e per quanto riguarda il fenomeno dell’erosione, si verificheranno episodi di sommersione come quelli di fine aprile in Guadalupa, in caso di pioggia combinata e alta marea. In Guadalupa, l’area portuale, industriale, commerciale e residenziale da Pointe-à-Pitre a Jarry è minacciata da inondazioni croniche. Già nel 2030, questo sconvolgerà le attività di alcuni settori. Se continuiamo con l’attuale traiettoria di riscaldamento globale, tra il 2060 e il 2080 avremo fino a 180 giorni di inondazioni all’anno”.
Come possiamo agire e adattarci?
“La posta in gioco è la capacità di mettere in atto piani di adattamento al cambiamento climatico. Stiamo lavorando qui, con il mio laboratorio di ricerca, a progetti per soluzioni all’erosione basate sulla natura, sugli ecosistemi per mitigare l’impatto del cambiamento climatico. Ma dobbiamo capire che la ripiantumazione dei coralli, il ripristino delle mangrovie, ecc. non saranno sufficienti se non smettiamo di inquinare. Il problema dei rifiuti e dei servizi igienici deve essere risolto: al Grand Port Maritime, i coralli ripiantati si stanno ‘restringendo’ a causa della pressione umana.
E il mantenimento delle popolazioni su questi territori insulari?
“Nell’ultimo rapporto dell’IPCC abbiamo valutato se queste isole o parti di esse potessero diventare inabitabili. E la risposta è sì, alcune parti lo diventeranno. Alcune aree saranno sommerse. In altri luoghi mancherà l’acqua e, a meno che non si riesca a desalinizzare l’acqua di mare, i territori perderanno una risorsa vitale. A partire dal 2040, le autorità pubbliche dovranno organizzare dei trasferimenti, spostando persone o attività in aree sicure, come nel caso di Petit-Bourg. In un’isola, questo pone molti problemi: la disponibilità di terreni, aree naturali o agricole, ma anche l’accumulo di rischi”.