In una lettera pubblicata ieri, le Ong di tutto il mondo esortano i propri governi a “cambiare rotta” sul cambiamento climatico in occasione della prossima COP27 o ad affrontare azioni legali: “Se continuerete a deluderci, ci rivolgeremo ai tribunali per chiedere conto delle vostre scelte“, avvertono più di 20 organizzazioni, tra cui Notre Affaire à tous in Francia. Le Ong firmatarie provengono da Africa, Nord e Sud America, Asia, Australia ed Europa e chiedono ai governi di agire con maggiore decisione per limitare il riscaldamento globale e mitigarne gli effetti catastrofici.
“La COP27 è un’opportunità per cambiare rotta“, osservano le organizzazioni chiedendo, in vista del grande incontro internazionale sul clima sotto l’egida delle Nazioni Unite, che si terrà a novembre in Egitto, di “ridurre al minimo le sofferenze e le violazioni dei diritti umani causate dalla vostra incapacità di affrontare la crisi e rispettare i vostri obblighi legali in base al diritto nazionale e internazionale“.
Tra i firmatari, Notre Affaire à Tous ha già fatto condannare il governo francese, che è stato ritenuto da un tribunale “responsabile” del mancato rispetto degli impegni assunti e del conseguente “danno ecologico“. La fondazione olandese Urgenda, nel frattempo, ha ottenuto dalla Corte Suprema dei Paesi Bassi l’ordine di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 25% entro la fine del 2020. Negli ultimi anni il numero di controversie sul clima a livello mondiale è aumentato esponenzialmente. Il database della Columbia Law School elenca più di 2mila casi in tutto il mondo, la maggior parte negli Stati Uniti.