L’artista israeliana Sigalit Landau entra nel Mar Morto per ispezionare le sue ultime creazioni: oggetti di uso quotidiano che sono stati immersi nell’acqua salata per settimane e ora sono ricoperti da una crosta di sale che brilla come ghiaccio alla luce del sole. Il Mar Morto, il punto più basso del mondo, è anche l’insolito laboratorio dell’artista, dove immerge vari oggetti – da un abito da ballo alla struttura metallica di un paralume – che si trasformano nel tempo in sculture di cristallo di sale.
“Queste acque sono come un laboratorio“, dice Landau all’Afp, mentre contempla un rocchetto di filo incrostato di sale che gli conferisce un “aspetto nevoso“. Il Mar Morto, un popolare sito turistico noto per la sua alta concentrazione di sale, offre infinite sorprese nel modo in cui trasforma gli oggetti sommersi dell’artista israeliana.
L’artista sospende i suoi oggetti nel mare iper-salato in telai che toccano il fondale vicino alla costa e va a recuperarli settimane dopo con l’aiuto di assistenti. Alcuni oggetti diventano pesanti a causa del sale che vi si è attaccato e richiedono quattro persone per essere recuperati.
Oggi, però, Landau vede “la catastrofe provocata dall’uomo” che minaccia lo spettacolare specchio d’acqua incuneato tra Israele, Giordania e la Cisgiordania occupata, che dal 1960 ha perso un terzo della sua superficie. Le acque blu del Mar Morto si stanno ritirando di circa un metro ogni anno, lasciando dietro di sé un paesaggio lunare, in parte a causa della deviazione del fiume Giordano che vi sfocia e in parte per l’evaporazione causata dal riscaldamento globale. Sigalit Landau teme che il mare possa scomparire a lungo termine, a meno che “i governi non cambino le loro politiche”.
“Sta scomparendo e questo non è possibile, è un luogo troppo importante e meraviglioso“, dice l’artista, le cui decine di statue di sale scolpite dal mare saranno esposte in ottobre al Museo d’Israele di Gerusalemme.
(Photo credit MENAHEM KAHANA/AFP)