Una legge quadro sul mondo subacqueo e una trasformazione della struttura di missione in dipartimento. E’ la strategia del governo per tutelare il mare, al quale già è stato dedicato un ministero. Nei prossimi anni, la competizione internazionale si giocherà nello spazio e nel subacqueo, ricorda il ministro Nello Musumeci. Su entrambi i fronti, l’esecutivo lavora a normative chiare.
Sulla Blue Economy, in particolare, il ministro della protezione civile e delle politiche del Mare cita l’aiuto della Marina Militare, della Guardia di Finanza, della Guardia Costiera, della Fondazione Lonardo, di Fincantieri: “una squadra ben formata“. Sarà definita una legge quadro che disciplini il ruolo pubblico e privato sotto il livello del mare, “il cui grado di conoscenza per noi si ferma al 20%“, ricorda.
La struttura di missione, poi, che nasce e può morire con uno specifico governo, sarà convertita in dipartimento che, spiega Musumeci “ha una struttura solida, non limitata alla durata dei singoli esecutivi“. “Siamo convinti che la risorsa mare possa diventare una straordinaria opportunità. Dobbiamo lavorare per la lotta all’inquinamento, per cancellare l’iniquità che l’Ue pone sui nostri pescatori e sulle nostre flotte, a volte, e perché tutte le amministrazioni possano muoversi per fare rete“, chiosa.
Il mare, dunque, viene considerato come nuovo motore di crescita dell’economia italiana dopo, denuncia il ministro, “decenni di disattenzione, superficialità, colpevole distrazione“. Oggi sul mare si gioca la competizione fra le regioni e sullo scacchiere internazionale, extraeuropeo: “Può diventare quella carta che avremmo potuto giocare e che abbiamo tenuto nel mazzo“, afferma.
Realizzare prima della pausa estiva la legge sulla Blue Economy è necessario alla luce dei nuovi assetti geopolitici globali, che impongono all’Italia e all’Europa di lavorare sul mare, anche per il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. “Negli ultimi 30 anni l’Europa è cresciuta sulla terra. Gli eventi decisi da altri hanno cambiato gli assetti e assistiamo a una guerra devastante nel confine orientale d’Europa che perdura da due anni. E’ stata rialzata di fatto un’altra cortina di ferro. L’Europa non può più approvvigionarsi di gas e materie prime, dovrà crescere nei prossimi anni con il Sud, è una proiezione epocale, che non durerà pochi mesi. In questa prospettiva obbligata l’Italia è al centro del Mediterraneo“, fa presente.
Roma è “in prima linea, a livello nazionale e in tutti i consessi globali, nella difesa di un tesoro inestimabile“, gli fa eco il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto. Pensa all’accordo di Montreal sulla protezione delle acque e all’intesa raggiunta nel G7 di Sapporo per fermare l’inquinamento da plastica entro il 2040. Il Mase ha confermato il supporto alla ratifica della Convenzione per la protezione della biodiversità al di là delle giurisdizioni nazionali.
Va avanti, inoltre, l’investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel progetto ‘Mer’, attuato da Ispra, che prevede interventi di ripristino e mappatura degli habitat, per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo globale ed europeo di proteggere almeno il 30% di aree marine, oltre che terrestri entro il 2030.
Sulla Blue Economy un lavoro di squadra è indispensabile, avverte la ministra del Turismo, Daniela Santanchè: “Non dobbiamo vedere più i vari compartimenti disgiunti e distanti. Il concetto vincente – e ne sono certa – dello sviluppo dell’economia del Mare, come negli altri settori, è sapere lavorare in squadra. Questa è una cosa fondamentale“. Anche perché, insiste, “non si può disgiungere il mare dal turismo o dall’industria o dall’ambiente. Il concetto di quadra è fondamentale per vincere. Non è sufficiente, però, la squadra del governo, serve la squadra degli italiani, delle associazioni di categoria, dei lavoratori. Una squadra che può e deve determinarsi, se prima di tutto ci riappropriamo della nostra identità e del nostro orgoglio di essere italiani“.
Mare e cultura come due elementi intrinsecamente connessi sono quelli che intravede il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: “La storia del Mediterraneo è ricca di popoli che hanno navigato e praticato il commercio, diffondendo culture e conoscenze. Il rapporto simbiotico con le colonie greche e l’antica Roma sono la conferma della ricchezza del nostro Mare, risorsa vitale da custodire e valorizzare per le future generazioni“, ricorda.
“Non riusciremo con un bicchierino a svuotare il mare dalle sue problematiche, a partire dal grande tema della plastica“, osserva il ministro dello Sport, Andrea Abodi, che per questo chiede che “la cultura del mare e dell’ambiente trovi nello sport uno strumento di accelerazione e moltiplicazione delle opportunità in termini di sensibilizzazione“.
Un’economia europea più resistente per contrastare shock futuri è invocata anche dalla presidente del parlamento europeo Roberta Metsola: “Anche il settore marittimo ha subito le conseguenze della pandemia, di una guerra di aggressione al nostro continente, della crisi energetica, dell’aumento del costo della vita. E sullo sfondo una crisi climatica. Ma se questo periodo ci ha insegnato qualcosa è l’urgenza di costruire un’Europa più resistente per contrastare shock simili in futuro“, segnala.