Mediterraneo sempre più caldo: tartarughe marine nidificano in Italia

Legambiente lancia l'allarme sulla crisi climatica: "Urgente intervenire per conservare la specie"

Con l’aumento delle temperature dovuto alla crisi climatica, le tartarughe Caretta caretta spostano la nidificazione sempre più verso il Mediterraneo Occidentale. Fino a pochi anni fa, la nidificazione regolare avveniva esclusivamente nel più caldo bacino del Mediterraneo orientale, principalmente in Libia, Grecia, Turchia e Cipro. Ma negli ultimi due decenni gli esperti hanno registrato un numero crescente di nidificazioni lungo le coste italiane, francesi e spagnole.

Nel Mediterraneo occidentale fino a pochi anni fa l’attività di nidificazione era sporadica e imprevedibile. Il primo nido “anomalo” documentato è stato trovato nel luglio del 2001 su una spiaggia della provincia di Almeria, nel sud-est della Spagna. Per oltre un decennio è rimasta occasionale, con solo 13 nidi registrati in tutto il Mediterraneo occidentale fino al 2012. Dal 2013 la cifra delle nidificazioni è aumentata rapidamente, raggiungendo nelle ultime due stagioni il numero record di 146. Le deposizioni si sono verificate sulle coste tirreniche dell’Italia (84,5%), seguita da Spagna (13,9%) e Francia (1,5%).

Nel Mediterraneo, intanto è allarme clima. Le temperature medie annuali sono di circa 1,4° C superiori al livello di fine ‘800, un valore superiore di 0,25° C circa rispetto all’incremento medio della temperatura globale. E’ quanto emerge dal report ‘Climate change and interconnected risks to sustainable development in the Mediterranean’, pubblicato su Nature Climate Change. Inoltre, il Mediterraneo è tra i bacini che si stanno scaldando più velocemente sul pianeta, circa + 0,4°C per ognuno degli ultimi decenni, e proiezioni per il 2100 variano tra +1,8°C e +3,5°C in media rispetto al periodo tra il 1961 e il 1990. Basti pensare che tra giugno e agosto 2022 le temperature superficiali medie sono state più alte anche di 4,6 °C rispetto a quelle registrate tra il 1991 e il 2020: un record mai raggiunto prima. Ed è proprio a partire da queste ricerche che gli esperti hanno associato la tendenza costante del riscaldamento delle acque all’aumento del numero di nidi di Caretta caretta sulle coste occidentali del Mare Nostrum.

È per questo che è nato Life Turtlenest, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Life e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi, ricerca scientifica e campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione. Obiettivo di Turtlenest è anche quello di studiare come i cambiamenti climatici stiano provocando l’espansione dell’areale delle femmine di Caretta caretta nel Mediterraneo occidentale. Attraverso un approccio integrato, il progetto permetterà di migliorare lo stato di conservazione di Caretta caretta anche grazie all’allargamento e/o all’istituzione di nuovi siti Natura 2000. “La presenza di tartarughe marine lunghe le nostre coste oltre a rappresentare una ricchezza in termini di biodiversità, costituisce anche una risorsa dal punto di vista socio-economico. Il fatto che mamma tartaruga scelga di nidificare in alcune località costituisce, infatti, un valore aggiunto rappresentando un elemento identitario che può essere utilizzato come leva di marketing territoriale“, spiega Stefano Di Marco, Coordinatore dell’Ufficio Progetti di Legambiente e project manager di Turlenest.È necessario quindi – sollecita – che, oltre alla comunità scientifica, anche gli operatori economici, gli amministratori locali e le comunità prendano coscienza del valore aggiunto che la tartaruga rappresenta e lavorino insieme per tutelare adeguatamente questa specie”.