Neve mista a plastica: anche la montagna grida di dolore

L'European Research Institute ha avviato da tre anni una serie di collaborazioni per fare luce sull’inquinamento da plastica sulle Alpi

inquinamento

Una montagna di plastica: un gioco di parole quanto mai azzeccato. È il dato che emerge dalle prime ricerche effettuate per questo genere di inquinamento sulle Alpi. European Research Institute, una onlus torinese già impegnata da anni nella ricerca scientifica su questo tema in Artico, in Mediterraneo e sul Po, ha avviato da tre anni una serie di collaborazioni per fare luce anche sulle Alpi, finora quasi completamente trascurate per quello che riguarda l’inquinamento da plastica.

STUDIO PILOTA

Nel settembre 2019 con Aica e Università di Milano è stato effettuato un primo studio pilota: quattro prelievi di neve effettuati in contemporanea con lo svolgimento del Tor de Geants hanno rivelato la presenza di microplastiche anche a quelle altitudini. A quel punto, i ricercatori di European Research Institute hanno pensato di proporre un progetto più ampio, come area di studio e come varietà di interventi. Nel 2021 è nato così ‘Stop the ALPs becoming plastic mountains’ il primo progetto con focus sull’inquinamento da plastica in montagna a svilupparsi su un’area vasta (tutte le Alpi occidentali) e su diversi livelli di intervento: ricerca, sensibilizzazione, educazione, formazione, prevenzione. E gli importanti risultati ottenuti hanno permesso di rilanciare ancora con un nuovo progetto – in partenza con i primi rilievi di citizen science, ricerca partecipata, nel weekend del 25 aprile – denominato CleanAlp. Il progetto proseguirà fino a luglio 2023, con nuovi obiettivi, anche scientifici.

inquinamentoRIFUGI ALPINI

Entriamo nei dettagli. European Research Institute ha pensato ‘Stop the Alps becoming plastic mountains’ due anni fa partecipando, in piena prima ondata della pandemia, a un bando internazionale promosso da European Outdoor Conservation Association (EOCA) che ha premiato la proposta – insieme ad altre 5, in Brasile, Colombia, Spagna e Gran Bretagna – al termine di una selezione tra 180 idee da tutto il mondo. La proposta aveva tra i propri cardini la valorizzazione dei rifugi alpini, quali luoghi di divulgazione, di condivisione della conoscenza tra i frequentatori della montagna che prima o poi in quei locali transitano. Ma i rifugi alpini sono anche esercizi turistici-commerciali che operano in luoghi logisticamente complessi: ridurre la plastica nelle loro attività, impegno preso dai quattro ‘rifugi pilota’ coinvolti nel progetto, non è semplice. Dimostrare che sia possibile, quindi, assume un valore educativo e sociale altissimo. I quattro coinvolti nelle azioni pilota sono stati: il rifugio Guido Muzio, in valle Orco sul versante piemontese del Gran Paradiso; il rifugio Les Montagnards a Balme, in val d’Ala-valli di Lanzo; il Selleries, in val Chisone; il Pagarì, in valle Gesso, nel Parco delle Alpi Marittime, ai piedi del ghiacciaio più meridionale dell’arco alpino. I risultati sono stati eccellenti: non solo per l’eliminazione delle plastiche monouso, ma anche per avere testato con successo, ad esempio, spugne vegetali sottoposte alla dura prova di una cucina professionale e alla pulizia degli ambienti dedicati all’accoglienza.

SOSTENIBILITA’

Un altro apporto fondamentale è stato quello portato dal Dipartimento di Scienze Applicate e Tecnologia del Politecnico di Torino, che ha effettuato tutto il lavoro di analisi sui campioni di neve prelevati nell’inverno 2020-2021, così come preziosissimo è stato il contributo attivo del Parco delle Alpi Marittime. I risultati hanno svelato la presenza di microplastiche nella neve e mezzo chilo di plastica a chilometro (in oggetti e grossi frammenti di ogni genere) sui sentieri oltre 1600 metri di altitudine, in aree già messe a dura prova dal cambiamento climatico. Questi dati vanno messi in relazione con il valore assoluto per l’intera area del centro-sud Europa che è rappresentato dalle Alpi. I dati non vanno letti, quindi, come ulteriori fonti di angoscia e turbamento in un periodo già difficile e complesso, ma come stimoli e indicazioni sulla strada da intraprendere. Anche perché la sostenibilità è una straordinaria potenziale fonte di benessere in ogni campo: salute, lavoro (sì, anche il lavoro, come dimostrano le ricerche in campo economico, trarrebbe giovamento dall’intraprendere politiche volte alla sostenibilità), sicurezza, benessere generale, giustizia sociale (i poveri e deboli pagano per primi e più duramente le conseguenze delle problematiche ambientali).

MICROPLASTICHE

Il Politecnico ha lavorato sulle analisi della neve alla ricerca di microplastiche. La conclusione dei ricercatori coordinati da Debora Fino e Camilla Galletti è stata che “la quantità e la natura delle particelle trovate nella neve è in linea con la letteratura scientifica riguardante le microplastiche presenti in atmosfera. Nonostante la poca affluenza di turismo dovuta alla pandemia, particelle di plastica sono state trovate in ogni zona, a conferma del fatto che la presenza di microplastiche è dovuta non solo alla presenza umana nel luogo interessato ma le particelle, ridotte in piccole dimensioni, sono trasportate in atmosfera e posso ricadere ovunque”.

BOSCHI E PASCOLI

Oltre alla ricerca, come premesso, il progetto ha agito anche su altri fronti: escursioni con pulizia dei sentieri, prevenzione, formazione, educazione. Le attività di pulizia hanno riguardato 15 escursioni nel corso delle quali sono stati percorsi e ripuliti 197 km di sentieri, sempre oltre i 1650 metri e in mezzo alla natura selvaggia, facendo conoscere biodiversità e straordinaria ricchezza di quei luoghi in contrasto con l’inquinamento trovato. Il totale dei rifiuti di plastica raccolti è ammontato a 98 kg, circa mezzo chilo a km – e come sappiamo per esperienza diretta la plastica è estremamente leggera – in mezzo a boschi, pascoli, laghetti alpini e panorami mozzafiato.

SCUOLE

Durante il progetto ‘CleanAlp’, in partenza in questi giorni e che durerà fino a luglio 2023, il lavoro di pulizia diventerà anch’esso ricerca scientifica. Un programma enorme e assolutamente innovativo: nel corso di 40 escursioni, i rifiuti raccolti verranno anche censiti per tipologia e marca. Questi dati saranno i primi disponibili in assoluto per l’ambiente montano e forniranno indicazioni molto preziose per le attività di prevenzione e le nuove norme e regole a livello locale, continentale e globale. Chiunque potrà partecipare, sotto la guida degli esperti di E.R.I.: basterà contattare i responsabili del progetto tramite la pagina facebook dedicata. CleanAlp proporrà anche attività di educazione e formazione, iniziative che nel 2021 con ‘Stop the Alps becoming plastic mountains’ hanno già prodotto grandi numeri: 8 scuole coinvolte, 33 classi, 660 studenti (dalle elementari alle scuole superiori); 19 eventi di formazione per professionisti della montagna, 56 ore, 380 partecipanti.