Onu avverte: “Governi fuori strada su riduzione emissioni, Cop28 sia punto di svolta”
A due settimane dal vertice sul clima di Dubai un rapporto delle Nazioni Unite evidenzia come gli impegni dei Paesi porteranno a una riduzione delle emissioni del 2% tra il 2019 e il 2030, invece del 43% stabilito dagli Accordi di Parigi.
A due settimane dal vertice sul clima più importante dai tempi dell’Accordo di Parigi, l’umanità continua ad andare “fuori strada”: secondo l’Onu, gli attuali impegni dei singoli Paesi porteranno a una riduzione delle emissioni del 2% tra il 2019 e il 2030, invece del 43% stabilito e necessario per limitare il riscaldamento a 1,5°C. Questa conclusione, stabilita da un rapporto pubblicato martedì, mostra che i governi devono passare da “piccoli passi” a “passi da gigante alla Cop28 (che si apre il 30 dicembre a Dubai, ndr)”, ha affermato Simon Stiell, segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Questa 28esima conferenza sul clima delle Nazioni Unite, “deve essere un vero punto di svolta” perché “siamo fuori strada” e “ogni frazione di grado conta“, ha esortato Stiell in un video-messaggio in cui commenta il rapporto. “Il progresso centimetro per centimetro non servirà a nulla”, ha aggiunto in un comunicato stampa il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. “È giunto il momento per una supernova di ambizioni climatiche in ogni paese, città, settore”, ha aggiunto.
Il nuovo rapporto è la sintesi annuale degli ultimi impegni di riduzione delle emissioni – cosiddetti ‘contributo determinato a livello nazionale’ (NDC) – assunti dai 195 firmatari dell’accordo di Parigi del 2015, di cui la Cop28 dovrà stabilire la prima valutazione ufficiale e, se possibile, fare le prime correzioni. Il rapporto tiene conto di 20 nuovi NDC (non pubblicati o rivisti) presentati nell’ultimo anno (Messico, Turchia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Norvegia, ecc.) ma non dell’aggiornamento dei 27 paesi europei o del Brasile, presentato da ottobre.
L’Accordo di Parigi del 2015 fissa l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale medio “ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali”, quando l’umanità cominciò a sfruttare su larga scala i combustibili fossili responsabili delle emissioni di gas serra, “e se possibile a 1,5°C”. Ma per avere una probabilità del 50% di contenere il riscaldamento globale del clima entro 1,5°C, le emissioni globali devono diminuire del 43% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2019, secondo l’ultimo rapporto IPCC, redatto da esperti incaricati dalle Nazioni Unite.
Queste emissioni devono raggiungere il picco entro il 2025, non solo per sperare di limitare il riscaldamento a 1,5°C ma anche a 2°C o 2,5°C, secondo l’Ipcc che nel suo ultimo rapporto stima in 500 Gigatonnellate (Gt) di CO2 equivalente la quantità di gas serra che resta da emettere per raggiungere 1,5°C di riscaldamento globale, ovvero circa 12 anni di emissioni globali attuali. Secondo una recente rivalutazione da parte degli scienziati, questo budget di carbonio alla fine sarebbe solo la metà, 250 Gt di CO2e, ovvero circa sei anni. Il rapporto pubblicato “coerentemente con i risultati dell’anno scorso, indica che, sebbene le emissioni non aumentino più dopo il 2030 rispetto ai livelli del 2019, non mostrano ancora il rapido declino che la scienza ritiene necessario in questo decennio”, sottolinea l’Onu sul clima.
A settembre, la prima valutazione tecnica dell’accordo di Parigi, effettuata sotto l’egida dell’Onu per preparare la valutazione negoziata dagli Stati alla COP28, ha sottolineato la necessità di allontanarsi dai combustibili fossili, di accelerare sulle rinnovabili e di sbloccare i finanziamenti meccanismi di transizione e sviluppo. Questa valutazione dell’accordo di Parigi alla COP28 costituirà un prerequisito importante per la revisione obbligatoria degli NDC entro il 2025 e per la COP30 prevista in Brasile. Alla COP26 del 2021 a Glasgow, i firmatari dell’accordo si sono impegnati a rivedere gli NDC ogni anno – invece che ogni cinque anni – ma da allora solo una minoranza di loro lo ha fatto.