Operatori della montagna: “Inizio stagione a livelli pre-Covid, pesa caro-energia”
Gli addetti del settore sperano di risollevarsi dopo due anni di pandemia e impennata dei costi. L'Anef guarda con ottimismo al 2023, complice i 200 milioni di euro stanziati per il fondo per la sicurezza degli impianti, previsto in manovra.
Un inizio stagione da tutto esaurito con abbondanti nevicate e flussi turistici che ricordano il 2019. Ma i rincari, il costo dell’energia e la mancanza di personale pesano sul mondo della montagna, che spera di riprendersi dai due anni di pandemia. Un aiuto, in questo senso, è arrivato dal governo che ha inserito in manovra il fondo per la sicurezza degli impianti: si tratta di 200 milioni di euro fino al 2026 destinati soprattutto agli interventi manutentivi ma anche a investimenti legati all’efficientamento energetico e all’innovazione. “Una cifra mai vista che ci permette di guardare con un po’ più di ottimismo al 2023”, commenta Valeria Ghezzi, presidente dell’Anef, l’associazione nazionale esercenti funiviari che rappresenta il 90 percento del mercato, oltre a 1.500 impianti in tutto il Paese su Alpi e Appennini. Nei mesi scorsi gli operatori del settore avevano chiesto di essere inseriti tra le aziende energivore per affrontare il caro-energia e l’inflazione: un riconoscimento che non è arrivato nel dl aiuti quater ma in qualche modo compensato dall’istituzione del fondo pe impianti di risalita.
Nel frattempo, la stagione invernale è ufficialmente partita mercoledì 7 dicembre su tutto l’arco alpino con un grande afflusso di sciatori e turisti. “C’è stata una grande presenza in tutte le località – continua Ghezzi – giovedì, complice anche il bel tempo, sembrava di essere tornati ai livelli del 2019, con tutto esaurito e con le montagne imbiancate dalla neve dei giorni precedenti. Speriamo davvero che si possa continuare così ma tireremo le prime somme dopo le vacanze di Natale”.
Dolomiti Superski ha registrato un record storico per l’8 dicembre con 1,5 milioni di passaggi e 102.000 skipass venduti. Un numero mai raggiunto prima per la festività dell’Immacolata, nonostante l’aumento dei prezzi dovuti quest’anno al caro energia. Nell’ultima settimana il numero di skipass venduti supera del 2% quello dell’anno scorso.
Al momento, la neve caduta ha aiutato per un quarto, il resto è artificiale, quindi ‘sparata’ dagli impianti. “Si è parlato molto dell’aumento del prezzo degli skipass – spiegano dall’Anef – ma vogliamo ribadire che la filiera sta facendo i conti con il caro energia, con l’aumento dei costi dell’acciaio e del carburante, con l’impennata degli oneri di gestione per garantire la sicurezza degli sciatori. I prezzi degli skipass sono aumentati, in ragione dell’inflazione, ma solo una minima parte dei maggiori costi sostenuti dalle aziende verrà trasferito sui clienti. I ritocchi, infatti, non coprono neppure la singola voce degli aumenti energetici: in caso contrario avremmo dovuto aumentare le tariffe del 30%, mentre i rincari si situano tra il 5 e il 12%”.
Dopo un’ottima partenza lo sguardo è ora rivolto alle vacanze di Natale: la settimana dopo Capodanno sembra già essere presa d’assalto mentre ancora incerta resta quella a ridosso di Natale. “Abbiamo ancora margine, molto dipenderà anche dal meteo”, conclude Ghezzi.