Papa Francesco: “Contro la fame bisogna pensare a persone non a statistiche”

Rivolto ai grandi "centri di potere", il Pontefice ha invitato a non ignorare il "grido degli affamati": "È tempo di agire con urgenza e per il bene comune"

La Santa Sede e la Chiesa cattolica camminano “al fianco della Fao e delle altre organizzazioni intergovernative che lavorano per i poveri“. Nella Giornata mondiale dell’alimentazione, Papa Francesco interviene con un messaggio alla Fao e guarda al quadro strategico 2022-2031 per evidenziare la necessità di pianificare e programmare interventi che contribuiscano all’eliminazione totale della fame e della malnutrizione.

Sono obiettivi ambiziosi e sembrano irraggiungibili“, osserva. L’unico modo per affrontarli è non perdere di vista le priorità: “Al centro di ogni strategia ci sono le persone, con storie e volti concreti, che vivono in un determinato luogo; non sono numeri, dati o statistiche infinite. Siamo chiamati a ricentrare il nostro sguardo su ciò che è essenziale, su ciò che ci è stato gratuitamente donato, concentrando il nostro lavoro sulla cura degli altri e del creato“.

Non dimentica il contesto, “che potremmo definire una ‘terza guerra mondiale‘”: “Il mondo è in guerra e questo dovrebbe farci riflettere. Certamente non sarà possibile affrontare le numerose crisi che colpiscono l’umanità se non lavoriamo e camminiamo insieme, senza lasciare indietro nessuno“, insiste.

Solo due settimane fa, in occasione della Giornata contro lo spreco alimentare, Francesco ha ricordato il ‘paradosso dell’abbondanza’ denunciato da Wojityla trent’anni fa, il 5 dicembre 1992, nel discorso di apertura della Conferenza sulla nutrizione: “C’è abbastanza cibo nel mondo perché nessuno vada a letto con lo stomaco vuoto! Le risorse alimentari prodotte sono più che sufficienti per sfamare 8 miliardi di persone. La questione, tuttavia, è quella della giustizia sociale, ovvero il modo in cui viene regolata la gestione delle risorse e la distribuzione della ricchezza“.

E, rivolto ai grandi “centri di potere“, ha invitato a non ignorare il “grido degli affamati“: “È tempo di agire con urgenza e per il bene comune. È urgente che sia gli Stati che le grandi multinazionali, le associazioni e i singoli individui – tutti, nessuno escluso – rispondano in modo efficace e onesto“.