Pichetto lancia il suo ‘manifesto’ green: “Non saremo il governo dei no”

Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, a Ecomondo, in collegamento video, snocciola uno a uno, tutte le azioni necessarie e previste per "un ambientalismo praticato e non enunciato"

Quello guidato da Giorgia Meloni non sarà il governo dei ‘no’, perché la sfida “è operare per avere una serie di certezze nei tempi e nelle scelte” delle politiche per il clima, l’energia e l’economia circolare e “nelle zone di dubbio, tenere insieme la valutazione ambientale ed economica con il contesto sociale“. Arriva da Rimini, durante la sessione plenaria degli Stati generali della green economy, che si è svolta a Ecomondo, il ‘manifesto’ dell’esecutivo per la transizione verde. Il messaggio è affidato a Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, che in collegamento video snocciola, uno a uno, tutte le azioni necessarie e previste per “un ambientalismo praticato e non enunciato“.

Di ritorno dalla Cop27 in Egitto, dove insieme alla premier ha ribadito che per l’Italia resta sempre valido l’obiettivo di ridurre del 55% le emissioni di Co2 entro il 2030 e del 100% entro il 2050, Pichetto sceglie la piazza di Rimini per mettere in fila ciò che serve per affrontare “la crisi energetica nei Paesi occidentali, e quindi anche in Italia“, considerandola anche “un acceleratore” verso le rinnovabili. Pichetto è concreto: il gas, dice, “è oggi il nostro vettore di transizione. È meno impattante di carbone e petrolio, che usano altri Paesi europei, ma serve ad andare verso un domani basato fondamentalmente” sulle energie pulite. Sole, acqua, vento, ma anche “il nucleare di quarta generazione”, su cui “la mia posizione e quella del governo è chiara“. Intanto il Paese può comunque stare sereno. “Supereremo l’inverno – spiega il ministro dell’Ambiente – con un buon livello di stoccaggio” di gas “sperando che non ci siano picchi estremi di consumi, altrimenti potrebbe esserci qualche difficoltà“.

Il ‘manifesto’ si basa su alcuni punti fermi: ambiente ed energia “sono un binomio inscindibile” ribadisce Pichetto e il cambiamento verso un’economia green “deve essere il nostro brand di sviluppo economico, non un meccanismo di regressione o di difesa. Non deve essere un passo indietro, ma l’occasione per fare un passo avanti, cogliendo tutte le opportunità che ci sta portando“. E, ancora, i rigassificatori di Piombino e Ravenna “sono fondamentali, perché agli italiani e alle imprese non manchino gas ed elettricità“.

Un progetto di ampio respiro quello presentato da Pichetto e ribadito in qualche modo dai ministri Adolfo Urso e Antonio Tajani, nei due messaggi di saluto inviati proprio agli Stati generali. Per il titolare del dicastero delle Imprese e del Made in Italy il governo vuole sì “un mondo migliore, in grado di ridurre inquinamento e sprechi“, ma serve “lavorare con modi e tempi compatibili a quelli delle imprese“. Come dire: bene la rivoluzione green, ma l’agenda va definita con il tessuto produttivo. E il numero uno della Farnesina rimarca: “non ci faremo trovare impreparati“, sia perché alla luce della guerra in Ucraina “la transizione ecologica diventa più urgente“, sia perché la green economy “può essere un motore di crescita e inclusività” e “guidare” il rilancio del made in Italy nel mondo.