Raccolta e riciclo dei rifiuti, l’Italia è già virtuosa

Dove fare meglio? Nella filiera dei RAEE, per i veicoli fuori uso e per le pile e gli accumulatori

I rifiuti? Possono essere una risorsa fondamentale anche a livello energetico. E il fatto che l’Italia possa vantare risultati in costante crescita nel loro trattamento e riciclo ci mette già sulla buona strada per un futuro più green. Certo, passi avanti si possono ancora compiere – e sono necessari per raggiungere appieno gli obiettivi fissati a livello europeo – ma il lavoro svolto negli ultimi anni consente di guardare al futuro con ottimismo.

L’ultimo Rapporto sull’economia circolare in Italia, elaborato dal Circular Economy Network (Cen) in collaborazione con Enea, per esempio, rivela che l’Italia ha il tasso più elevato nell’Unione europea per il tasso di riciclo di tutti i rifiuti, con una percentuale che sfiora il 68%, con un balzo quasi da record, di ben 9 punti percentuali, tra il 2010 e il 2018. Non solo: nel nostro Paese è stata avviata a riciclo la quota maggiore di rifiuti speciali rispetto agli altri Stati presi in esame dal rapporto, circa il 75%. Stringendo la lente sui rifiuti urbani – che da soli si prendono una fetta pari al 10% dei rifiuti totali generati in Ue – gli obiettivi di riciclaggio sono già stati fissati da tempo: 55% entro il 2025, per arrivare al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. L’Italia sfiora già il primo obiettivo, con una percentuale del 54,4%, contro una media dell’Ue 27 che si ferma al 47,8%.

Dati confermati anche dallo studio L’Italia del Riciclo 2021, promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Fise Unicircolar (Unione imprese economia circolare). La quantità di rifiuti avviata al riciclo è stata rallentata dai problemi legati alla pandemia, ma di certo non si è fermata, anzi. Tanto che per gli imballaggi i dati sono davvero da prima della classe: la carta è arrivata a quota 87%, il vetro al 79%, la plastica al 49%, il legno al 62%, l’alluminio al 69% e l’acciaio all’80%. Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, ha ulteriormente stretto la lente sulla performance italiana, evidenziando come lo scorso anno siano stati avviati a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato, per una quota pari a 10 milioni e 550mila tonnellate, in ulteriore crescita rispetto al 73% registrato nel 2020. Un dato che assume ancora un valore ancora maggiore se si considera che la ripresa post-Covid ha visto crescere l’immesso al consumo di packaging con oltre 14 milioni di tonnellate (+8,5% rispetto all’anno precedente).

All’atto pratico, evidenzia Conai, questo significa che hanno trovato una seconda vita quasi 400mila tonnellate di acciaio e 53mila tonnellate di alluminio; oltre 4 milioni e 450mila tonnellate di carta e cartone; quasi 2 milioni e 200mila tonnellate di legno; più di 1 milione e 250mila tonnellate di plastica e bioplastica e quasi 2 milioni e 200mila tonnellate di vetro. “Se alle cifre dell’avvio a riciclo sommiamo quelle del recupero energetico, che usa i rifiuti di imballaggio come combustibile alternativo per produrre energia, i numeri crescono: nel 2021 l’Italia supera l’82% di imballaggi recuperati, ossia più di 11 milioni e 800mila tonnellate” conclude Conai.

Dove fare meglio? Nella filiera dei RAEE, per i veicoli fuori uso e per le pile e gli accumulatori, i cui dati di raccolta e immissione a riciclo (rispettivamente al 38,4%, 85% e 43%) sono ancora sotto agli obiettivi previsti.

In questo contesto in gran parte orientato in positivo, a giocare un ruolo di primo piano sono le comunità locali, come emerge dall’ultima edizione di Comuni ricicloni, lo storico dossier di Legambiente. I dati aggiornati al 2021 raccontano di 590 Comuni Rifiuti Free, cioè quelli in cui la produzione pro-capite di rifiuti avviati a smaltimento è inferiore ai 75 chilogrammi. Nonostante i dati riguardanti il numero di realtà “a spazzatura zero” e la percentuale di popolazione coinvolta siano lievemente in flessione a causa della pandemia, non si arresta la costante crescita del Sud Italia, che aggiunge al conteggio altri cinque comuni Rifiuti Free in un anno, arrivando a quota 167. Il primato resta però nel Nord Italia (391 comuni), mentre il Centro ne conta 32. I comuni più virtuosi si trovano in Veneto (26,8% sul totale), in Trentino-Alto Adige (20,9%), Friuli-Venezia Giulia (18,1%) e in Campania (14,7%). Fanalino di coda è invece la Liguria (con solo lo 0,4%).

Fare ancora di più, dunque, si può e si deve. E conviene, come ha sottolineato di recente Assoambiente con l’analisi ‘Dalla gestione rifiuti una spinta verso l’autosufficienza energetica’. “Una corretta e avanzata gestione dei rifiuti – si legge nel report – in linea con gli obiettivi fissati a livello europeo può fornire un contributo concreto alla soluzione del problema dell’autosufficienza energetica del nostro Paese e del caro materie prime: grazie al riciclo si possono risparmiare consumi energetici pari a quelli di 7 milioni di famiglie; grazie al trattamento dei rifiuti organici si può ottenere l’1,5% del fabbisogno nazionale di gas; con la valorizzazione energetica dei rifiuti si possono generare ingenti quote di energia elettrica, pari ai consumi medi di 2,6 milioni di famiglie”.