Semi lanciati in orbita. Si può coltivare nello spazio?

L'obiettivo del progetto è sviluppare nuove colture in grado di adattarsi alle conseguenze del cambiamento climatico sulla Terra

Semi nello spazio per sviluppare nuove colture in grado di adattarsi alle conseguenze del cambiamento climatico sulla Terra.

Il progetto è dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), che ieri hanno lanciato in orbita le sementi verso la Stazione Spaziale Internazionale, proprio mentre i leader si riuniscono alla COP 27 di Sharm El Sheikh per discutere delle pressanti sfide ambientali, come il significativo impatto della crisi climatica sui sistemi di produzione agroalimentare del mondo.

La scienza nucleare ci sta dimostrando ancora una volta la sua straordinaria capacità di affrontare i cambiamenti climatici“, spiega il direttore generale dell’AIEA Rafael Mariano Grossi. “Sono fiducioso che questo esperimento porterà a delle scoperte: risultati che condivideremo liberamente con gli scienziati e nuove colture che aiuteranno gli agricoltori ad adattarsi ai cambiamenti climatici e a incrementare le forniture alimentari“.

Per la prima volta, l’Aiea e la Fao condurranno analisi genomiche e biologiche di semi esposti alla mutagenesi spaziale. Sulla Stazione Spaziale Internazionale, i semi saranno esposti a condizioni uniche che non possono essere riprodotte in laboratorio sulla Terra. Uno degli obiettivi dell’esperimento è anche quello di confrontare questi semi con quelli esposti alle radiazioni in condizioni di laboratorio per studiare gli effetti sul DNA e sulla crescita.

Il progetto è parte della rosa di esperimenti sui cambiamenti climatici dell’AIEA e della FAO, volti ad aiutare i Paesi ad adattarsi alle nuove realtà climatiche, tra cui la scarsità di cibo e acqua e la perdita di biodiversità, attraverso la scienza e la tecnologia nucleare.

Il 15 novembre, in occasione della COP27, l’AIEA e la FAO organizzano un evento per evidenziare come la pianificazione e la gestione congiunta di energia, cibo e risorse idriche possano contribuire a uno sviluppo resiliente al clima.

La scorsa settimana, le due organizzazioni hanno anche concordato di intensificare le loro collaborazioni in campo alimentare e agricolo utilizzando la scienza e la tecnologia nucleare. Il 31 ottobre i direttori generali Grossi e Qu hanno firmato un memorandum d’intesa per incrementare la ricerca e aiutare i Paesi a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Le nuove attività previste includono altri settori chiave, come gli oceani, l’ambiente, le risorse idriche e la nutrizione.