Sono 200 i ghiacciai alpini scomparsi da fine Ottocento

Lo rileva Legambiente nell'annunciare l'avvio della terza edizione di Carovana dei Ghiacciai, la campagna itinerante promossa nell'ambito di ChangeClimateChange

Ghiacciai fragili e sempre più a rischio per effetto della crisi climatica. Siccità, ondate di calore senza precedenti, temperature record e assenza di neve: tutte facce della stessa inarrestabile emergenza che minaccia lo stato di salute del nostro arco alpino. Infatti, a causa del riscaldamento globale, i ghiacciai alpini si stanno riducendo ad un ritmo inimmaginabile anche dagli esperti, più di 200 sono già scomparsi da fine Ottocento, lasciando il posto a detriti e rocce. Lo rileva Legambiente nell’annunciare l’avvio della terza edizione di Carovana dei Ghiacciai, la campagna itinerante promossa nell’ambito di ChangeClimateChange, con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, con partner sostenitori Sammontana e FRoSTA e partner tecnico Ephoto. Un viaggio in cinque tappe, dal 17 agosto al 3 settembre, che monitorerà lo stato di salute di una decina di ghiacciai alpini, di questi gran parte già sotto la lente d’ingrandimento dell’edizione 2020 della campagna.

Legambiente spiega che nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale. L’atmosfera, soprattutto al di sopra dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio: si pensi che, a fine luglio, lo zero termico è stato registrato da MeteoSvizzera sulle Alpi svizzere a 5184 metri. Un dato senza precedenti. In aggiunta gli effetti dell’inverno 2021/2022, estremamente mite e siccitoso in tutto l’arco alpino italiano (in molte aree si è superata la soglia dei 100 giorni senza pioggia). Senza contare che, la neve al suolo, negli ultimi dieci anni ha subito un costante decremento lasciando sempre più spazio ad aride sterpaglie; in primavera l’innevamento è stato prossimo ai minimi storici tanto che, molti nivometri, già a maggio sono arrivati a zero. Effetti destinati a segnare sempre più profondamente gli ecosistemi delicati di montagna, con ripercussioni importanti anche in pianura. “I dati scientifici indicano che il riscaldamento climatico sta producendo effetti ambientali sempre più rapidi ed evidenti nelle Alpi – dichiara Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano –. A soli 2 anni di distanza dalla prima edizione della Carovana, potremo verificare direttamente gli impressionanti cambiamenti nel frattempo avvenuti su alcuni ghiacciai-campione; il confronto con i preziosi dati storici che il Comitato Glaciologico Italiano raccoglie dal 1914 nelle campagne glaciologiche annuali ci permetterà di comprendere le modalità del cambiamento e di valutare quali siano le possibilità di risposta, in termini di mitigazione e adattamento”.

Si partirà dai ghiacciai del Monte Bianco del Miage e Pré de Bar (Valle D’Aosta) dal 17 al 19 agosto, proseguendo poi con i ghiacciai del Monte Rosa di Indren (Piemonte) dal 20 al 22 agosto e ancora l’himalayano ghiacciaio dei Forni (Lombardia), dal 23 al 26 agosto; il ghiacciaio della Marmolada (Veneto –Trentino) dal 27 al 31 agosto e per finire con il ghiacciaio del Montasio (Friuli-Venezia Giulia) dal 1° al 3 settembre. In ogni tappa monitoraggi, escursioni, conferenze stampa, momenti di arte e musica dedicati ai ghiacciai, per riflettere su un futuro sostenibile delle nostre montagne e del pianeta, spingendo decisori politici verso scelte lungimiranti e le persone verso stili di vita più sobri. Ad essere coinvolti nella campagna testimonial d’eccezione come Enrico Camanni (scrittore, giornalista e alpinista), Steve Della Casa (critico cinematografico e direttore artistico), Tessa Gelisio (conduttrice televisiva, blogger e imprenditrice), Martin Mayes (musicista eclettico), Nives Meroi e Romano Benet (alpinisti) e Isabella Morlini (tre volte campionessa mondiale di racchette da neve).

A poco più di un mese dalla tragedia della Marmolada – dichiara Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente – torniamo a richiamare l’attenzione sull’emergenza climatica, ormai inarrestabile, che compromette lo stato di salute di tutto il nostro arco alpino. Incendi, siccità, ondate di calore, eventi estremi sempre più frequenti, temperature record: non c’è più tempo per le nostre montagne, che ci lanciano un SOS forte e chiaro. Con la terza edizione di Carovana dei ghiacciai vogliamo tornare a fornire dati ed elementi concreti per chiedere al governo italiano di spingere l’acceleratore per arrivare a emissioni di gas a effetto serra nette pari a zero nel 2040, in coerenza con l’Accordo di Parigi (COP 21), e di dotarsi di un piano di adattamento al clima per tutelare i territori e le comunità. A partire dalle aree più colpite, come le Alpi”.