Sultan Al Jaber, presidente emiratino della Cop28, si dice “cautamente ottimista” sul successo della conferenza delle Nazioni Unite sul clima: “La Cop più importante” dopo quella dell’Accordo di Parigi, ha detto l’uomo che dirige anche la compagnia petrolifera Adnoc in un’intervista rilasciata sabato all’Afp, e dovrebbe portare “buone notizie a un mondo” minacciato dalla crisi climatica e dalle ripercussioni del conflitto Israele-Hamas.
A pochi giorni dall’apertura della Cop28 a Dubai (30 novembre-12 dicembre), quanto siamo vicini a un consenso finale?
“Sono molto motivato, molto entusiasta e cautamente ottimista. Tutti possono vedere il grande slancio che abbiamo: il comitato di transizione (24 Paesi incaricati di definire i contorni del fondo per le ‘perdite e i danni’ climatici nei Paesi vulnerabili, ndr) ha raggiunto un risultato molto positivo, e ho guidato una visita di successo all’Unione Europea, che si è impegnata a dare un contributo sostanziale alle ‘perdite e ai danni’. Avete visto anche la dichiarazione congiunta di Stati Uniti e Cina e la loro cooperazione in vista della Cop28, o il rapporto dell’Ocse sui 100 miliardi di dollari (obiettivo quasi raggiunto per gli aiuti finanziari al clima da parte dei Paesi ricchi, ndr). Sono stato incoraggiato dai segnali che sono arrivati dal vertice Usa-Cina (a metà novembre a San Francisco): hanno concordato di tenere un vertice sul metano (il secondo gas serra dopo la CO2) durante la Cop e di lavorare insieme per garantire il successo e i risultati più ambiziosi della Cop28. Voglio risultati molto ambiziosi alla Cop28. E conto sul fatto che saremo in grado di concordare collettivamente un piano d’azione concreto per il clima. Stiamo facendo grandi progressi su energia, finanza, salute e natura”.
In che modo la guerra tra Israele e Hamas e le altre crisi internazionali stanno influenzando i negoziati?
“Spero che la Cop28 sia la piattaforma multilaterale che porta buone notizie al mondo. Il mondo soffre già abbastanza per la polarizzazione e la divisione”.
Come confronta la Cop28 con la Cop21, che ha portato all’Accordo di Parigi?
“Siamo a metà strada tra Parigi e il 2030 (…), quindi questo è un punto di svolta. Questa è la Cop più importante dopo Parigi. Ed è nostra responsabilità assicurarci di massimizzare l’ambizione della Cop28“.
Lei ripete che i negoziati sono “un processo guidato dalle parti”, ma il suo predecessore a Parigi, Laurent Fabius, sottolinea che un presidente della Cop può avere un impatto importante nel rompere lo stallo dei negoziati…
“Sono stato molto chiaro fin dal primo giorno: anche se questo è un processo guidato dalle parti e io sono qui per garantire che tutte le parti cooperino (…), ho detto che avrei ritenuto tutti, e tutte le industrie, responsabili e tenuti a rispondere per mantenere l’obiettivo di 1,5°C a portata di mano. Quest’anno ho imparato che devo dare tempo al processo, aiutare a ricostruire la fiducia e ispirare l’azione attraverso la cooperazione e l’inclusione (…) Mi vedrete ogni giorno durante la Cop, lo prometto”.
I negoziati sui combustibili fossili saranno i più difficili?
“Per i combustibili fossili, ho rivolto un invito aperto a tutte le parti a incontrarsi, parlare, cooperare e fare raccomandazioni alla Presidenza basate su un terreno comune e sul consenso”.
Molti sono preoccupati per la massiccia presenza del settore privato e dell’industria alla Cop28 e per la sua influenza sui negoziati…
“Tutti devono partecipare al processo, tutti devono assumersi la responsabilità e rendere conto. Questo include tutte le industrie, specialmente quelle ad alte emissioni come l’aviazione, i trasporti, l’alluminio, il cemento, l’acciaio e l’industria del petrolio e del gas. Tutti devono essere consultati, tutti devono avere l’opportunità di contribuire e tutti devono essere ritenuti responsabili e chiamati a rispondere”.
Quali progressi spera di vedere sui finanziamenti per il clima, una questione chiave nei negoziati tra Nord e Sud?
“La sfida dei finanziamenti per il clima è una priorità assoluta nella mia agenda presidenziale alla Cop28. Dobbiamo ancora fare progressi sul finanziamento della transizione. Sto ricevendo risposte positive alle mie richieste da molti Paesi: ci saranno altri impegni, continuerà lo slancio per il rifinanziamento del Fondo verde per il clima e per l’obiettivo globale di adattamento. Alla Cop28 stiamo seguendo percorsi finanziari paralleli per ripristinare la fiducia e sviluppare un nuovo quadro per la finanza climatica. Dobbiamo incoraggiare i finanziamenti del settore privato”.
Il 4 novembre ad Abu Dhabi è stato approvato un fragile compromesso sul funzionamento del nuovo fondo “perdite e danni”, che deve ancora essere approvato dai Paesi alla Cop28. Spera che questo compromesso venga approvato dai Paesi all’inizio della Conferenza?
“È il mio obiettivo? Assolutamente sì. Ma questo è un processo guidato dalle parti. Farò del mio meglio per ottenere questo impulso positivo (per la Cop nel suo complesso, ndr) il prima possibile”.