È tempo di spostare le lancette indietro di un’ora. Alle 3 del mattino di domani torna infatti l’ora solare, che resterà attiva fino al 26 marzo. Nonostante la risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 2019, secondo cui ogni Stato membro avrebbe dovuto decidere in autonomia entro la fine del 2021 se adottare per sempre l’ora legale o quella solare, in Italia continua il dibattito sull’opportunità di mantenere l’attuale alternanza o se invece mantenere l’ora legale tutto l’anno. Ogni anno viene messo in evidenza il fatto che quest’ultima ipotesi eviterebbe lo “stress da cambiamento” legato alla luce, il principale sincronizzatore naturale di tutti i processi dell’organismo, che si manifesta nelle persone con stanchezza, insonnia, irritabilità, mal di testa, sbalzi d’umore, difficoltà a concentrarsi e a mantenere alta l’attenzione. Una sorta di mini-jet lag. L’adozione dell’ora legale tutto l’anno garantirebbe inoltre una maggiore assunzione di vitamina D e attenuerebbe i disturbi del sonno. Quest’anno si aggiunge al dibattito anche il caro-energia: secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale(Sima) e Consumerismo No Profit il mantenere l’ora legale potrebbe contribuire al superamento del difficile momento economico che il Paese si appresta ad attraversare. Per questo è stata lanciata una raccolta firme, che ha raggiunto le 265mila adesioni, per chiedere al governo di congelare il passaggio all’ora solare posticipandolo almeno di un mese, fino al 30 novembre. “Oltre al risparmio energetico, che col crescere dei prezzi del gas è passato da stime di 500 milioni l’anno ad oltre 2 miliardi e mezzo di euro per il solo 2023, si aggiungerebbe un taglio di emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di CO2, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 milioni di nuovi alberi, con benefici per la salute umana e planetaria”, sostengono i firmatari .
I dati sembrano offrire loro una sponda: secondo i dati diffusi da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi per 420 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un conseguente risparmio economico di circa 190 milioni di euro. Ricadute positive anche in termini di sostenibilità ambientale: il minor consumo elettrico, infatti, ha consentito al Paese di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 200 mila tonnellate. Il beneficio economico, spiega Terna, è calcolato considerando che quest’anno, nel periodo di ora legale cominciato domenica 27 marzo e che si concluderà domenica 30 ottobre, il costo del kilowattora medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’Arera) è stato di circa 45 centesimi di euro al lordo delle imposte. Dal 2004 al 2022, secondo l’analisi della società, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.