Una nuova strategia europea sui fertilizzanti, per affrontare da un lato i rincari dei prezzi e, dall’altro, i problemi di approvvigionamento in Europa. È Janusz Wojciechowski, commissario europeo per l’Agricoltura, ad aver assicurato agli eurodeputati riuniti questa settimana a Strasburgo sul fatto che la Commissione Ue sta lavorando a una nuova comunicazione sui fertilizzanti da presentare “prima possibile”. Ancora non ci sono tempi e modi, ma a detta del commissario polacco, la strategia affronterà in sostanza tre sfide: le dipendenze esterne dell’Unione europea da partner inaffidabili come Russia e Bielorussia, l’uso dei fertilizzanti dentro l’Ue e il miglioramento della resilienza e della sostenibilità del sistema agroalimentare europeo.
Rendere l’industria europea meno dipendente dai fornitori esterni, ma al tempo stesso rendere anche gli agricoltori europei meno dipendenti dall’uso dei fertilizzanti. Lo slancio per questa iniziativa è, come da mesi a questa parte, la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, con l’aumento vertiginoso dei prezzi del gas che porta con sé anche un aumento dei costi di produzione dei fertilizzanti, dal momento che il gas viene usato in agricoltura anche per la produzione di ammoniaca che è alla base della gran parte di queste sostanze attive. Non solo, Russia e Bielorussia sono i principali fornitori di fertilizzanti all’Europa con oltre il 50% delle forniture in arrivo da lì.
La guerra ha messo a dura prova il comparto, e secondo Bruxelles il forte aumento dei prezzi dei fertilizzanti è uno dei principali problemi per gli agricoltori e per la sicurezza alimentare. Secondo le stime dell’Ue, i prezzi dei fertilizzanti a base di azoto sono cresciuti del 149% in un anno, e quelli a base di estratti sono aumentati tra il 59% e il 90% nello stesso periodo, e questo dipende dall’aggressione russa del territorio dell’Ucraina. Il commissario europeo ha assicurato ai deputati che la “produzione di fertilizzanti avrà un ruolo di primo piano nella nostra strategia per la sicurezza alimentare”.
Questo non dovrebbe significare però “mettere in pausa” gli obiettivi di sostenibilità dell’Unione europea attraverso il Green Deal, almeno a detta sua. Ridurli nella produzione agricola, ma non eliminarli perché necessari a mettere in sicurezza la produzione agricola. A maggio 2020, in piena pandemia da Covid-19, la Commissione europea ha varato le due strategie per la Biodiversità e ‘Farm to Fork’ (Dal produttore al consumatore), le due “costole” agricole del Green Deal Ue. L’obiettivo di Farm to Fork è quello di passare a un sistema alimentare più sostenibile, al tempo stesso riducendone l’impronta climatica. Tra le sfide per garantire una produzione alimentare sostenibile Bruxelles pone anche l’obiettivo di “ridurre e ottimizzare” l’uso di input agricoli come pesticidi e fertilizzanti, specialmente attraverso investimenti e tecniche nella nuova politica agricola comune (Pac) e i piani strategici nazionali per attuarla. ‘Farm to Fork’ ha fissato in particolare l’obiettivo di ridurre del 50% l’uso di pesticidi e dei rischi e di almeno il 20% l’uso di fertilizzanti. Obiettivi fissati prima dello scoppio della guerra e prima che fossero sollevate preoccupazioni sulla produzione agricola in Europa.