Clima, Legambiente: Ghiacciai italiani, austriaci e svizzeri destinati a sparire

I ghiacciai dell’interno arco alpino, dall’Italia all’Austria fino alla Svizzera, sono condannati a sparire per effetto della crisi climatica e del riscaldamento globale, con arretramenti e importanti perdite di volume. E’ quanto riporta Legambiente nell’ultima tappa della campagna al termine di un convegno internazionale a Salecina (Maloja, Svizzera) che ha unito esperti glaciologi di tutti i paesi alpini che hanno condiviso esperienze e dati scientifici, dai quali si ricava un quadro allarmante sulla progressiva riduzione delle risorse glaciali delle Alpi.



Non esiste infatti confine geografico capace di rendere immuni i ‘giganti bianchi’ agli effetti della crisi climatica. Dal Ghiacciaio del Rutor (Valle d’Aosta) che dal 1865 ad oggi registra una perdita di superficie di circa 4 km², di cui 1,5 km² negli ultimi cinquant’anni al Ghiacciaio del Belvedere (Piemonte) la cui superficie dagli anni 50 ad oggi si è ridotta del 20% e ha perso fino a circa 60 metri di spessore negli ultimi 10 anni (pari ad un edificio di 20 piani). E ancora il Ghiacciaio di Dosdè Est (Lombardia) che dal 1932 si è ritirato di oltre 1 km e ha perso il 47% della sua superficie, con una perdita media di 1,6 ettari (equivalenti a circa 2,5 campi da calcio) all’anno. Il Ghiacciaio del Mandrone (Trentino-Alto Adige) – parte del Ghiacciaio dell’Adamello, il più esteso ghiacciaio d’Italia- che dal 2015 ad oggi registra una perdita di 50 ettari di superficie (pari a 70 campi da calcio). E poi, oltre confine, in Austria, il Ghiacciaio Ochsentaler – tra i più estesi del gruppo del Silvretta – che dal 1850 ad oggi è arretrato di circa 2400 metri, registrando ritiri drammatici negli anni del 2018/2019 (-86,7 Metri) e 2021/2022 (-42,8 Metri). In Svizzera, il Ghiacciaio del Morteratsch – il più grande ghiacciaio del gruppo del Bernina delle Alpi grigionesi – che dal 1878 ad oggi è arretrato di quasi 3 chilometri, perdendo 23 metri solo nel 2022.





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