Impianto biometano di Sorgenia: come funziona?

Un sistema di bio-digestione anaerobica consentirà la produzione di 500 metri cubi ora di biometano

IMPIANTO BIOMETANO SORGENIA

La centrale per la produzione di biometano di Marcallo con Casone in provincia di Milano produrrà fino a 500 metri cubi ora di biometano e sottoprodotti, dal recupero di 35.000 tonnellate di frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu) provenienti principalmente dalla provincia stessa. L’impianto utilizza un sistema di bio-digestione anaerobica che consente una trasformazione altamente performante in biometano e anche la produzione di ammendanti e fertilizzanti agricoli sanificati grazie a un processo di pastorizzazione. L’energia – sia elettrica sia termica necessarie per il processo produttivo – è autoprodotta esclusivamente da fonti rinnovabili.

LE NOVITÀ

Questo processo di Agatos, che si chiama Biosip, ha una serie di caratteristiche molto innovative. In particolare, un ridotto consumo di suolo (1/3 rispetto alla superficie degli impianti tradizionali), nessuna emissioni di odori, nessuna combustione di rifiuti e nessun rifiuto in uscita dall’impianto. L’impianto è dotato di una centrale cogenerativa a biomasse che produrrà il 100% dell’energia termica di processo e il base load dell’energia elettrica necessaria all’impianto. Anche le ceneri prodotte saranno riutilizzate favorevolmente nel processo.

Tutte le acque utilizzate per i lavaggi della Forsu e dei piazzali sono recuperate, trattate e riutilizzate per la diluizione della frazione organica urbana in ingresso.

IL FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO

I mezzi di raccolta della frazione organica dei rifiuti solidi urbani arrivano sul sito ed entrano nell’area di pre-trattamento, che si trova all’interno di un capannone chiuso. Sulla copertura del tetto è posizionato un impianto fotovoltaico da 100 kW che contribuisce alla copertura del consumo energetico dell’impianto.

I sacchetti di Forsu entrano nel capannone sigillato e vengono rovesciati direttamente su due tramogge che alimentano il sistema automatico di pre-trattamento. Il rifiuto in ingresso viene sempre processato in giornata. Il pre-trattamento della Forsu ha la funzione di separare il materiale organico dalle plastiche che in seguito vengono lavate con acqua osmotizzata (recuperata dal processo) e strizzate per recuperarle come plastiche di riciclo o CSS (combustibile secondario solido).

La parte organica della Forsu in ingresso è diluita con le acque di lavaggio e pompata in una vasca di sedimentazione per il recupero dei sedimenti e poi trasferita in una vasca di accumulo settimanale. Dalla vasca di accumulo, il materiale organico alimenta un biodigestore anaerobico triconcentrico, composto da tre vasche: nella prima e nella terza avvengono le reazioni per la produzione di biogas; diversi livelli di temperatura servono per aumentarne e massimizzarne la produzione. Il biogas che si produce durante la digestione, controllato nella pressione grazie al gasometro che funge anche da polmone, alimenta l’upgrading package che purifica il biogas e separa il biometano dalla CO2. A questo punto, il biometano passa attraverso un analizzatore e viene immesso direttamente nella rete Snam. Alla fine del processo di digestione anaerobica, il materiale rimanente viene definito ‘digestato’ ovvero un liquido organico esausto da cui, tramite un ulteriore processo, verrà estratto l’azoto ammoniacale che viene poi trasformato in solfato d’ammonio, un fertilizzante biologico.