Efficienza energetica, durabilità e circolarità. La Commissione Europea punta a rafforzare i requisiti di sostenibilità per immettere i prodotti sul mercato europeo e a questo scopo ha adottato mercoledì un nuovo regolamento sulla “progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili”, uno dei pilastri centrali del più ampio pacchetto legislativo sull’economia circolare. Il pacchetto conta quattro iniziative oltre alle norme sull’eco-progettazione: un piano di lavoro per la progettazione ecocompatibile e l’etichettatura energetica 2022-2024; la strategia Ue per i tessili sostenibili e circolari e una proposta di revisione del regolamento sui prodotti da costruzione. Ma è solo una parte delle iniziative europee nel campo dell’economia circolare, di cui l’altra metà sarà presentata il prossimo 20 luglio.
La proposta di un nuovo regolamento segue le orme dell’attuale direttiva per l’eco-progettazione, con l’idea di ampliarne il campo di applicazione (quindi includere una gamma più ampia di prodotti, oggi limitata al settore energia) e anche nuovi requisiti prodotti più durevoli e riparabili sul mercato, dagli smartphone ai vestiti ai mobili. L’Ue stima che solo nel 2021 i requisiti di progettazione esistenti hanno consentito ai consumatori dell’Ue di risparmiare 120 miliardi di euro in bollette energetiche e vuole proseguire in questa direzione. Il come e il quando sarà però stabilito in un secondo momento: il documento lascia la maggior parte dei dettagli a una serie di atti delegati su cui la Commissione Ue dovrà lavorare nei prossimi anni, a partire dalla gamma di prodotti da fare rientrare nel regolamento ai requisiti di sostenibilità che dovranno essere stabiliti prodotto per prodotto, in consultazione con l’industria e le parti interessate. La proposta di regolamento stabilisce in sostanza un nuovo quadro che andrà ‘riempito’ con una serie di regole prodotto per prodotto o in gruppi di prodotti in una seconda fase, attraverso delegati.
L’esecutivo mette in evidenza nella comunicazione che alcuni prodotti – tra cui i tessili, i mobili, materassi, i pneumatici, le vernici, detersivi, lubrificanti ma anche ferro, acciaio e alluminio – hanno un elevato impatto ambientale e anche un ampio margine di miglioramento. Potrebbero quindi essere i primi ad essere ‘presi di mira’ dall’Ue. Tra le proposte più significative c’è anche quella di introdurre l’obbligo di un passaporto digitale per tutti i prodotti che saranno regolamentati da questo quadro normativo, con le informazioni sulla composizione dei prodotti così da renderli più facili da riciclare, riparare o garantire che siano tracciate le sostanze pericolose al loro interno lungo la catena di approvvigionamento. Anche in questo caso il ‘come’ le informazioni saranno veicolate sarà stabilito in seguito: la Commissione apre alla possibilità di introdurre delle ‘classi di prestazione’ come si trovano nelle etichette energetiche di alcuni elettrodomestici, a cui aggiungere anche un indice per il quoziente di riparabilità di quel prodotto.
Le nuove norme non saranno in vigore prima del 2024 e per riempire questo spazio di transizione, la Commissione ha presentato sempre mercoledì un piano di lavoro per la progettazione eco-compatibile e l’etichettatura energetica per il 2022-2024 per includere già ora nuovi prodotti legati all’energia e aggiornare quelli già regolamentati.