Caroli Hotels, gruppo alberghiero con 4 hotel in Salento, si è visto recapitare una bolletta da 500mila euro. Così, la proprietà ha deciso di chiudere le strutture e di mandare in cassa integrazione 300 lavoratori. In questo senso Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, in un’intervista rilasciata a GEA, chiede interventi immediati per il settore.
Presidente, ha fatto clamore la chiusura di 4 alberghi in Salento…
“Ma non sarà l’unico né l’ultimo caso”.
Le bollette potrebbero essere peggiori del Covid?
“Quando ti trovi con costi dell’energia di 6 volte superiori rispetto al 2021 e con un calo del fatturato alla fine dell’alta stagione, se lo Stato non ti aiuta non puoi che chiudere… Questa emergenza economica è peggiore del Covid, perché non si vede la fine. Non si sa se, come e quando potrà terminare”.
I costi sono in salita da mesi, avevate tenuto fino ad ora…
“In altissima stagione gli alberghi sono riusciti a sopportare certi costi, avendo fatturati importanti. In bassa stagione il giro d’affari però scende a meno della metà, così le bollette diventano proibitive soprattutto se l’occupazione delle stanze si ferma al 30%”.
C’era un certo ottimismo anche per l’autunno, con la ripresa del turismo nelle nostre città dopo la fine dei divieti pandemici?
“L’ottimismo per le città c’era eccome, siamo reduci da una buona stagione. Ma siccome veniamo da due anni di chiusura, la stagione è servita per coprire parte dei buchi precedenti. Gli incassi del 2022 non sono sufficienti per pagare le bollette di questi giorni”.
Non sarà dunque un caso isolato quello del Salento?
“I tanti alberghi che sono in zone balneari chiuderanno. E mi domando che fine faranno i lavoratori. Non si può chiedere agli imprenditori di lavorare in perdita. Certo, le banche ti prestano soldi, ma a che tasso visto che il costo del denaro aumenta?”
E la prossima stagione invernale, come la vede?
“Il riscaldamento sarà un problema. Considerando che Natale è alta stagione, con gli incassi si riuscirà a fare fronte a gas e luce. Poi da gennaio saremo al punto di prima. Il paradosso è che avremo alberghi aperti un mese. Qualche intervento va trovato e in fretta. Ci dicono che nel 2024 la situazione sarà migliore. Ma bisogna prima arrivarci al 2024”.
Interventi di che tipo? Non basta il credito d’imposta che ha introdotto il governo?
“Col credito d’imposta fai poco. Devi calcolare la differenza sul trimestre, al netto delle accise… vengono fuori 4 lire. Serve un tetto al prezzo del gas e quindi alla bolletta. Noi non abbiamo 200 miliardi come la Germania. L’Europa deve fare la sua parte in questo momento, com’è capitato durante il Covid: è la priorità numero uno”.
Altrimenti?
“Rischiamo di avere un milione o un milione e mezzo di persone in mezzo a una strada. Dalle cartiere alla ceramica, fino a cascata in tutti i settori. Un imprenditore non può lavorare in perdita. E siccome quando va bene paghiamo il 40% di tasse, quando va male lo Stato o la Ue devono aiutarci”.