Gli eventi estremi climatici hanno fatto sparire oltre sei pere su dieci (-63%). Grandine, alluvioni, caldo record e attacchi degli insetti alieni, con un effetto dirompente sul raccolto 2023 di frutta. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati Prognosfruit rispetto allo scorso anno. “Sul Pereto Italia si sono abbattuti quest’anno gelate, ondate di calore, grandinate e nubifragi, compresa la disastrosa alluvione in Emilia-Romagna, dove si produce quasi il 60% della produzione nazionale – sottolinea il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli – Tra frutti ustionati dal caldo record o dal freddo, devastati dai chicchi di ghiaccio grandi anche come palline da tennis o finiti sott’acqua, il risultato è un raccolto stimato in 187mila tonnellate, che potrebbe peraltro essere rivisto ulteriormente al ribasso”.
L’Italia perde così anche la leadership produttiva nell’Unione Europea, dove lo scorso anno ben una pera su quattro era tricolore – spiega Coldiretti – e pesa sul bilancio finale della stessa produzione dell’Unione Europea, che fa registrare un calo del 13% rispetto al 2022, dove ad eccezione del nostro Paese e dei cugini francesi (-29%) tutti gli altri ottengono buoni risultati. In particolare è diventato il Belgio il re delle pere rappresentando quasi un quarto della fornitura totale. Quest’anno Bruxelles è sulla buona strada per produrre la cifra record di 412 milioni di chilogrammi di pere, segnando un aumento del 19% rispetto all’anno precedente. L’aumento della produzione di pere è in gran parte attribuito alle condizioni meteorologiche belghe sempre più favorevoli, tra cui un mix di sole e pioggia senza siccità estreme o inondazioni. Di conseguenza, le pere hanno avuto dimensioni più grandi. Il settore era già comunque in forte espansione, tanto che negli ultimi dieci anni la superficie destinata alla coltivazione delle pere è cresciuta da 2.000 a 3.000 ettari, per un totale di circa 11.000 ettari.
Secondo i dati comunicati qualche settimana fa a Prognosfruit, manifestazione trentina specializzata su mele e pere, l’offerta europea di pere si pone sul livello più basso dell’ultimo decennio escludendo il 2021. Il Belgio tuttavia potrebbe segnare appunto un +20% sul 2022 e sul record produttivo. In calo del 3% invece la produzione olandese benché rimanga su un buon livello. In crescita anche la Polonia, +5% sul 2022 e +30% sulla media degli ultimi tre anni. Male invece la Francia, registrando un circa -30%. L’Olanda flette solo del 3% sul 2022, mantenendosi con circa 341 mila tonnellate su un buon livello produttivo. La Spagna ritorna su una produzione normale dopo lo scarso 2022. E proprio la ripresa della produzione iberica, guidata da Lleida, spinge l’export verso il nostro Paese. “In questa stagione abbiamo già avuto molte visite da parte di buyer italiani e molte delle nostre pere sono andate, e andranno, in Italia”, ha affermato a FreshPlaza.com il direttore della Dop Pera de Lleida. Il prezzo? Ovviamente rincarato a doppia cifra.