Crollo ‘epico’ per il prezzo delle uova: -85% da inizio anno in Usa

Sono diminuite di 4,5 dollari a dozzina. Ma l'aviaria ha fatto danni anche in Italia: -12%

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C’è solo una commodity il cui prezzo ha fatto peggio delle uova: il gas. Il metano in America e ad Amsterdam vale il 70-80% in meno rispetto a un anno fa. Ma anche il future sul dono che la gallina fa all’umanità quasi quotidianamente è in caduta libera. Una caduta “epica” la definisce il sito finanziario Zerohedge. In effetti sono diminuite di 4,5 dollari a dozzina, circa -85% dall’inizio del 2023, -67% nei confronti dello stesso periodo di un anno fa. Karyn Rispoli, analista senior del mercato delle uova presso Urner Barry, ha dichiarato alla Cnn che i prezzi all’ingrosso hanno iniziato a crollare alla fine di marzo. “Mentre il mercato delle uova nel 2022 è stato dominato dall’influenza aviaria, quest’anno il mercato è stato dominato dalla sua assenza“, ha sintetizzato Rispoli.

L’anno scorso, la peggiore influenza aviaria degli ultimi anni aveva decimato la popolazione di galline ovaiole degli Stati Uniti, riducendo così le scorte di uova. Inoltre, gli agricoltori erano alle prese con l’impennata dei costi di mangimi, gasolio e fertilizzanti. Cal-Maine Foods, il più grande produttore di uova negli Stati Uniti, aveva registrato una crescita degli utili di oltre il 700% nel trimestre conclusosi il 25 febbraio  per l’aumento dei prezzi delle uova. Alcuni politici statunitensi come la senatrice Elizabeth Warren avevano anche chiesto maggiore chiarezza sul motivo per cui i prezzi fossero diventati così alti, sollevando preoccupazioni su possibili truffe. Ma ora l’offerta è tornata in carreggiata. A inizio di dicembre, c’erano circa 308 milioni di galline che deponevano uova per il consumo, in calo rispetto ai circa 328 milioni di dicembre 2021, secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Ma da allora il numero è cresciuto: ad aprile erano 314 milioni le ovaiole. E così ad aprile – ricorda Zerohedge – Cal-Maine Foods ha registrato il più grande calo azionario mensile dal 2008, per il crollo dei prezzi del pollame.

Non sembra però essere tornata in carreggiata la domanda, scottata appunto dai super rincari. Quando i prezzi stavano salendo, “tutti avevano una storia su cosa stavano facendo i prezzi delle uova“, ha detto sempre alla Cnn, Amy Smith, vicepresidente di Advanced Economic Solutions. Le uova sono diventate “il manifesto di quello che stava succedendo con l’inflazione“, ha aggiunto Smith. Nel mese scorso le vendite unitarie di uova negli Stati Uniti sono diminuite del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

L’aviaria ha fatto danni anche in Italia. “Il 2022 è stato un anno difficile per il settore delle produzioni avicole. L’offerta nazionale di carne di pollame ha subito la flessione più pesante che si ricordi, scendendo al disotto di quella del 2021 di quasi il 12%, toccando il livello “minimo” degli ultimi dieci anni. Altrettanto è avvenuto – spiega Ismeaper le disponibilità di uova da consumo. Alla base dell’eccezionale calo del prodotto della macellazione nazionale, oltre al sostanzioso aumento dei costi legato alla particolare situazione geopolitica”, c’è appunto “un problema sanitario di importante dimensione”. Tuttavia, nel 2023 “la produzione dovrebbe infatti gradualmente riposizionarsi a livelli precrisi mentre è verosimile prevedere un’ulteriore graduale crescita dei consumi, sia di carne di pollame che di uova, che potrebbero tornare – e forse addirittura superare – i livelli precedenti”, conclude Ismea.