Export Italia resiste a dazi: +2,6% a settembre. Usa resta primo partner commerciale

Secondo l'Istat a fare da traino sono soprattutto prodotti farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli.

L’Italia continua a reggere l’onda d’urto dei dazi imposti dall’Amministrazione Trump. A settembre, infatti, l’export fa registrare un nuovo balzo in avanti, incrementando gli scambi del 2,6% su base mensile, come certificano i dati diffusi dall’Istat. A fare da traino sono soprattutto prodotti farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+39,4%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+19,0%), mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (+29,6%), macchinari e apparecchi non classificati altrove (+7,1%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+6,9%).

Flessione, invece, per articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti (-7,5%) e sostanze e prodotti chimici (-1,5%). E’ ancora l’America il principale partner commerciale per l’Italia, con +34,7% che sfida anche le nuove tariffe imposte dagli Usa. A seguire i maggiori volumi di vendita si registrano verso la Francia (+19,5%), la Spagna (+14,7%), i paesi dell’Opec (+24,2%), la Svizzera (+10,4%), la Germania (+4,2%) e la Polonia (+15,0%).

Il rovescio della medaglia è rappresentato dal tonfo delle esportazioni verso la Turchia (-32,8%), i paesi del Mercosur (-3,1%) e il Belgio (-0,6%). Cifre che non intaccano il nuovo primato, confermato anche dai dati del terzo trimestre del 2025, dove le esportazioni sono incrementate di due punti. Mentre, allargando l’orizzonte temporale, va anche meglio su base annua, con la percentuale lievita fino al 10,5% in più in termini monetari e del 7,9% in volume.

Entrando nel dettaglio, poi, Istat rileva come da gennaio a settembre di quest’anno la crescita tendenziale (3,5%) sia spinta dalle maggiori vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+35%), mezzi di trasporto (+14,2%), i metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+6,7%) e i prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5%), mentre calano coke e prodotti petroliferi raffinati (-13,5%) e autoveicoli (-9,9%), che restano una spina nel fianco dell’economia italiana. Oltre l’export, a settembre l’Istituto nazionale di statistica rileva un aumento anche delle importazioni, che crescono di 4,1 punti percentuali, che si realizza in misura più marcata i mercati extra Ue (+13,7%) rispetto a quelli Ue (+7,2%). Tirando le somme, dunque, il saldo commerciale dello scorso mese di settembre si attesta oltre i 2,8 miliardi con il deficit energetico che si riduce di 3,3 miliardi circa rispetto allo stesso periodo del 2024.