Il Cdm approva il Documento programmatico di bilancio. In manovra interventi per 18 miliardi

Si riduce la seconda aliquota Irpef, che dall’attuale 35% passerà al 33% con uno stanziamento nel triennio pari a circa 9 miliardi euro

Via libera al Documento programmatico di bilancio (Dpb) ma non ancora al ddl Bilancio, il cui esame slitta a venerdì in Consiglio dei ministri. I numeri della manovra, la quarta del governo Meloni, sono stati però già illustrati a Palazzo Chigi dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: previsti interventi per circa 18 miliardi medi annui. Oggi era solo il giorno per “chiudere i conti”. Ma la tabella di marcia impone tempi ristretti, le scadenze infatti incombono e bisogna fare in fretta. Entro mercoledì il Dpb dovrà essere inviato alla Commissione Ue per permettere a Bruxelles di verificare la compatibilità della manovra con le normative fiscali comunitarie. Poi sarà la volta del ddl Bilancio che dovrà essere bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato per essere trasmesso al parlamento entro lunedì 20 ottobre. Iter quindi ancora lungo, visti i vari passaggi parlamentari – quest’anno si comincia col Senato – che potrebbero determinare ulteriori modifiche. La certezza è che il percorso dovrà terminare inderogabilmente entro il 31 dicembre, affinché la legge possa entrare in vigore dal primo gennaio 2026.

Oggi, dopo giorni di interlocuzioni dell’esecutivo con sindacati e imprese, è arrivato l’ok solo sul Dpb, cioè il testo che contiene i numeri della legge di Bilancio. Sarà una manovra ‘light’, vista l’incertezza del contesto internazionale condizionato da guerre e dazi commerciali: circa 18 miliardi. Secondo Giorgetti, infatti, la manovra “interviene in un contesto in cui permangono forti elementi di incertezza”. L’impegno del governo in questo scenario “è proseguire da un lato nell’azione di sostegno del potere di acquisto delle famiglie, delle imprese e per il sociale, dall’altro assicurare la sostenibilità della finanza pubblica”. E’ un percorso, sottolinea il titolare di via XX Settembre, “coerente con quello della spesa netta indicato nel Piano strutturale di Bilancio di medio termine 2025-2029 e confermato nel Documento programmatico di finanza pubblica 2025”.

Tra i principali interventi ci sono misure per il fisco. Il governo proseguirà infatti il percorso di riduzione della tassazione sui redditi da lavoro che sta portando avanti da inizio legislatura. In particolare, la manovra ridurrà la seconda aliquota Irpef, che dall’attuale 35% passerà al 33% con uno stanziamento nel triennio pari a circa 9 miliardi euro. Per favorire l’adeguamento salariale al costo della vita sono stanziati per il 2026 circa 2 miliardi. Prorogata al 31 dicembre 2026 la sterilizzazione della plastic e sugar tax. Stanziati, poi, nel triennio circa 3,5 miliardi per la famiglia e contrasto alla povertà. Inoltre, per favorire l’accesso a determinate prestazioni agevolate si introduce una revisione della disciplina per il calcolo dell’Isee, che interviene sul valore della casa e sulle scale di equivalenza, con effetti complessivi di quasi 500 milioni di euro annui.

Ai rifinanziamenti in sanità previsti l’anno scorso dalla legge di bilancio, pari a oltre 5 miliardi per il 2026 e il 2027 e a quasi 7 miliardi per il 2028, si aggiungono 2,4 miliardi di euro per il 2026 e 2,65 miliardi per il biennio successivo. Oltre agli effetti di miglioramento del quadro di finanza pubblica anche dovuti alla rimodulazione del Pnrr, fa sapere il Mef, “concorrono al finanziamento della manovra, sul versante delle entrate”, anche “le risorse reperite a carico degli intermediari finanziari e assicurativi e, dal lato della spesa, interventi sugli stanziamenti di bilancio”.

Appuntamento quindi a venerdì, quando “definiremo i dettagli” assicura Giorgetti. Che a fine giornata, a margine del Forum di Coldiretti, sceglie l’ironia: “Papa Leone ha fatto il miracolo…”. Chiara allusione ad un’altra dichiarazione rilasciata dal ministro in mattinata, quando in occasione della prima visita ufficiale di Leone XIV al Quirinale, ai cronisti presenti, aveva risposto con la battuta: “Se Papa Leone fa il miracolo abbiamo la manovra, se non fa il miracolo non abbiamo la manovra”.