In Italia cresce l’uso di strumenti ‘intelligenti’ da parte delle aziende agricole. Negli ultimi due anni il mercato dell’Agricoltura 4.0 è cresciuto fino ad arrivare a 1,6 miliardi di fatturato nel 2021. Questo conferma la fiducia che gli operatori del settore ripongono nelle nuove tecnologie: il 60% di loro, infatti, impiega almeno una soluzione d’avanguardia – come software gestionali e sistemi di monitoraggio e controllo macchine – nelle proprie coltivazioni. È quanto emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia.
Le agevolazioni dei Programmi di sviluppo rurale e del Piano transizione 4.0 hanno contribuito al decollo del comparto, dal momento che i “tre quarti delle aziende agricole” del Paese affermano di aver “impiegato almeno un incentivo di Agricoltura 4.0”. Lo sostiene anche Andrea Bacchetti, direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood che, tuttavia, ritiene ci sia ancora molta strada da fare “a cominciare dalla necessità di aumentare la superficie coltivata con pratiche 4.0 e il ricorso ad applicazioni che integrino i diversi stadi della catena del valore”.
NUOVI TREND DEL MERCATO. La tracciabilità dei prodotti è una caratteristica che non può più permettersi di mancare. Secondo l’indagine condotta, oltre metà degli italiani (53%) ricerca sempre o spesso informazioni legate alla tracciabilità del cibo che acquista. Il 35% lo fa ogni tanto e soltanto il 12% non è interessato.
“Il settore agroalimentare continua a guardare con forte interesse alle tecnologie Blockchain”, afferma Chiara Corbo, direttrice dell’Osservatorio Smart AgriFood. In Italia però, come si evince dalla ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood, “solo il 6% dei consumatori ha già sentito parlare di applicazioni della Blockchain nel settore agrifood e ben il 60% non ne ha mai sentito parlare in generale”. Tuttavia, “tra i consumatori che conoscono la tecnologia, il 45% ha fiducia nelle sue potenzialità per poter garantire maggiore sicurezza dei prodotti alimentari grazie a controlli più efficaci e il 51% ritiene che possa dare accesso a informazioni più affidabili”.