Industrie Centromarca generano oltre 87 mld Valore condiviso: pari a 4,2% Pil
I dati dello studio 'La Marca crea valore per l’Italia', redatto da Althesys Strategic Consultants. Per il presidente Mutti: "La Marca identifica l’Italia e insieme formano un binomio inscindibile fatto di qualità e di creatività, di bello e di ben fatto"
Le industrie aderenti a Centromarca, tra le più importanti attive nei settori alimentare, bevande e chimico casa/persona, confermano il loro ruolo strategico nel tessuto economico e sociale del Paese. Secondo le evidenze dello studio ‘La Marca crea valore per l’Italia’, redatto da Althesys Strategic Consultants, presentato oggi a Roma al Centro Studi Americani, nel 2023 hanno generato – a monte e a valle della loro attività – Valore Condiviso per 87,2 miliardi di euro (pari al 4,2% del prodotto interno lordo) con una crescita del 19% rispetto ai 73 miliardi rilevati nel 2019. “La Marca identifica l’Italia e insieme formano un binomio inscindibile fatto di qualità e di creatività, di bello e di ben fatto. Un patrimonio che il nostro Paese deve tutelare e valorizzare. Il valore dell’Industria di Marca va oltre il semplice, seppur notevole, contributo economico”, sottolinea Francesco Mutti, presidente di Centromarca. “La Marca investe in innovazione sostenibile, ricerca, crescita dei talenti e delle competenze, offre ricadute sui territori, è volano di attrazione di investimenti per il sistema Paese ed è leader del made in Italy. L’Industria di Marca è attore indispensabile di un settore, quello del largo consumo, che rappresenta una filiera strategica per il Paese e chiede una seria politica industriale che porti maggiore efficienza al sistema”.
Il Valore Condiviso generato lungo la filiera va molto oltre la sola fase di produzione, dove operano le aziende aderenti a Centromarca, e nasce dalla collaborazione con i fornitori nazionali e i canali distributivi, con le ricadute complessive che sono tre volte quelle dalla sola fase industriale. Come si legge nella nota, l’apporto alla contribuzione fiscale è di 28,7 miliardi di euro (pari al 5% delle entrate fiscali 2023), di cui 12,9 miliardi riconducibili all’Iva, 12,2 miliardi a imposte e contributi sociali sul lavoro, 3,5 miliardi a imposte sul reddito delle società. Ogni lavoratore delle industrie Centromarca contribuisce a creare 7,2 posti di lavoro in Italia, l’equivalente di 1 milione di persone (pari al 4,1% degli occupati), di cui 738.760 nella filiera del largo consumo: 72.056 tra i fornitori, 131.522 nella produzione, 6.195 nella 2 logistica, 528.987 nella distribuzione e vendita. Le imprese associate generano, inoltre, 26,6 miliardi di euro di salari lordi (+17% rispetto al 2019), pari al 3,2% del totale dei redditi da lavoro dipendente e al 15,7% delle retribuzioni dell’Industria manifatturiera. In dettaglio, il Valore Condiviso creato dall’attività produttiva delle associate Centromarca è pari a 26,9 miliardi di euro: 13,5 miliardi di Valore aggiunto, 9,1 miliardi di ricadute indotte, 4,2 miliardi di Iva e 100 milioni di donazioni. Altri 13,9 miliardi di valore sono creati dai fornitori (materie prime, agricoltura, allevamento, imballaggi, macchinari, ecc.), un miliardo dagli operatori logistici e 45,4 miliardi dai canali commerciali (moderna distribuzione, ingrosso, dettaglio tradizionale, fuori casa, ecc.).
“Senza la base produttiva industriale italiana“, spiega Alessandro Marangoni, ceo di Althesys, “i fornitori non avrebbero mercati sufficienti e a valle mancherebbero i prodotti destinati alla commercializzazione verso i consumatori. La produzione nazionale è dunque strategica, come per altro emerso chiaramente durante il lockdown del 2020, nel quale le aziende associate a Centromarca sono state determinanti per il nostro sistema economico e i cittadini”.
“Per mantenere questo ruolo proattivo nel Paese – afferma Francesco Mutti – è indispensabile un quadro normativo che favorisca la crescita dimensionale delle nostre industrie e gli investimenti destinati alla ricerca. Altrettanto prioritari sono gli interventi per garantire il rispetto delle leggi e la correttezza della concorrenza. Vorremmo focalizzare le nostre richieste su misure a costo zero per le casse dello Stato: pensiamo a interventi di semplificazione e di efficientamento della logistica di filiera, in un’ottica di spinta alla digitalizzazione. Stiamo concentrando su questi ambiti l’azione di Centromarca ai tavoli politico-istituzionali, con l’obiettivo di rafforzare la competitività delle nostre imprese sui mercati interno ed internazionale. Ovviamente siamo contrari a qualsiasi inasprimento delle imposte sui consumi, che ridurrebbe ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie italiane”.
I lavori dell’incontro sono stati aperti da Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Coordinamento della Politica economica e di Programmazione degli investimenti pubblici. Le evidenze dello studio e le valutazioni di Centromarca sono state oggetto di ampie riflessioni nell’ambito di una tavola rotonda, moderata da Giuseppe De Filippi, vicedirettore Tg5, cui hanno preso parte, insieme al presidente Mutti: Alessandro Cattaneo, Commissione Politiche Ue, Camera; Antonio Misiani, vicepresidente della Commissione Bilancio, Senato; Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze, Camera; Giulia Pastorella, Commissione Trasporti, Camera