L.Bilancio, partita aperta sugli affitti. Allarme trasportatori su crediti imposta

Dalla prima giornata di audizione sulla legge di Bilancio 2026 emerge la necessità di rimettere mano alle norme sull’aumento al 26% della cedolare secca

Il tema caldo resta quello degli affitti. Dalla prima giornata di audizione sulla legge di Bilancio 2026 emerge la necessità di rimettere mano alle norme sull’aumento al 26% della cedolare secca sulle locazioni brevi. È “irragionevole e fortemente discriminatoria, poiché penalizza in modo diretto l’intera categoria dei mediatori immobiliari, e colpisce proprio coloro che garantiscono la trasparenza e la regolarità del mercato”, lamenta il vicepresidente vicario di Fimaa Italia-Confcommercio, Maurizio Pezzetta. Una posizione non lontana, in maggioranza da quelle di FI e Noi Moderati, che presenterà un emendamento per abbassare le tasse sugli affitti a lungo termine portandola al 15%, e tra le opposizioni del M5S.

Il governo segue la discussione e lascia la porta aperta, come sottolinea il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a ‘La Stampa’: “Qualcosa si farà, Si potrà ragionare sugli affitti brevi, ad esempio, ma l’impostazione della Manovra non può essere modificata”. Altro tema molto discusso è quello relativo al contributo delle banche, e sempre Ciriani in questo caso sembra non lasciare troppo margine, spiegando che l’accordo è chiuso ed “è stato già fatto un ottimo lavoro”.

Le audizioni portano alla luce anche altre criticità, come quella sollevata dalla Svimez, che plaude al rifinanziamento delle Zes, ma avverte: senza coperture per i Livelli essenziali delle prestazioni, i divari rischiano di aumentare e peggiorare.

Asvis, invece, lamenta che la Manovra 2026 “continua a trascurare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e il principio di giustizia intergenerazionale”. A supporto delle proprie riflessioni, l’associazione porta i dati Istat del 2024, che evidenziano una fiducia nelle istituzioni politiche italiane ancora ai minimi storici, con i partiti che si fermano al 22,4% e il governo nazionale al 34%, ben 14 punti sotto il livello di fiducia accordato all’Unione europea (48%), mentre la partecipazione sociale è scesa di 5,7 punti percentuali tra il 2012 e il 2023.

Dal mondo della Logistica è Conftrasporto a lanciare un altro grido di allarme, perché il divieto di compensazione di crediti di imposta ai fini delle posizioni contributive e previdenziali “rischia di paralizzare l’operatività dell’intero settore, già in forte fermento”, per questo l’auspicio è che “in fase di iter parlamentare possa essere superata la disposizione che rappresenta una vera stangata per il comparto”. Così come l’associazione ritiene “urgente estendere, come già accade in diversi Paesi partner, il beneficio del gasolio professionale” per mitigare gli effetti dell’allineamento delle accise con quelle della benzina.

Aprendo il capitolo ambientale, molto negativo è il parere di Wwf Italia: “La manovra continua a ignorare la crisi climatica e ambientale, non investe nella decarbonizzazione, penalizza il trasporto pubblico e taglia fondi per la protezione del territorio e della natura. Solo lo 0,8% della spesa complessiva è destinato a cultura, ambiente e qualità della vita, la quota più bassa tra tutti i comparti aggregati”.

La partita della Manovra è anche (soprattutto) politica. Se Lega e FI preparano gli emendamenti su Piano casa e affitti brevi e lunghi, dalle opposizioni si aprono diversi fronti su cui sfidare il governo. Il Pd (che avvierà a breve una serie di incontri con le parti sociali) e Italia Viva insorgono per i tagli all’istituto Italiano di Tecnologia, così come la sindaca di Genova, Silvia Salis. “Sono incomprensibili, dimostrazione di una visione miope e illogica”, attaccano i dem, mentre Annamaria Furlan annuncia un emendamento per ripristinare le risorse, altrimenti se nulla cambia rispetto al testo “si passa da 100 a 85 milioni di euro: una riduzione che mette a rischio oltre 200 ricercatori, circa il 15% del personale, e compromette progetti strategici nei campi della robotica, dell’intelligenza artificiale e delle scienze della vita”.

Domani, 4 novembre, le audizioni proseguono con i sindacati di buon mattino, poi a seguire Confindustria, i rappresentanti del mondo del commercio, le associazioni del mondo dell’agricoltura, quelli del terzo settore, dell’edilizia e delle assicurazioni. Mercoledì 5 novembre Comuni, Province e Regioni. Infine giovedì 6 novembre Istat, Cenl, Banca d’Italia, Corte dei conti e Upb in mattinata. Chiusura nel primo pomeriggio con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.