La Bce in campo per il clima, ma c’è anche il caro-energia

L'impegno della Lagarde sul clima non sembra essere lo stesso nei confronti dell'emergenza relativa al caro prezzi, che sta mettendo in difficoltà l'intero sistema economico europeo

CHRISTINE LAGARDE BCE

La Bce ha comunicato alcuni dettagli su come intende decarbonizzare gradualmente i suoi acquisti di obbligazioni societarie, un obiettivo – quello di ridurre l’esposizione dell’Eurosistema al rischio finanziario legato al clima – deciso dal Consiglio direttivo a luglio. Queste misure – fa sapere la banca centrale europea – sostengono la transizione verde dell’economia in linea con gli obiettivi di neutralità climatica della Ue.

Nel dettaglio da ottobre la Bce darà un punteggio climatico ai bond, che sarà utilizzato per inclinare gli acquisti e che si baserà su tre pilastri. Si parte dalle emissioni retrospettive, cioè quelle passate, esaminando le prestazioni delle società rispetto alle loro società omologhe in un settore specifico e rispetto a tutti gli emittenti obbligazionari idonei. Coloro che ottengono risultati migliori beneficeranno di un punteggio migliore. Poi la Bce si concentrerà sull’obiettivo previsionale, ovvero gli obiettivi fissati dagli emittenti per ridurre le loro emissioni di gas serra in futuro. Le aziende con obiettivi di decarbonizzazione più ambiziosi riceveranno un punteggio migliore. Questo li incentiverà a ridurre le loro emissioni, si legge in un comunicato dell’Eurotower.

Infine l’istituto guidato da Christine Lagarde terrà conto dell’informativa sul clima, una valutazione della segnalazione da parte degli emittenti delle emissioni di gas serra. Le società con un’informativa di alta qualità avranno un punteggio migliore, così miglioreranno le proprie informative sul clima. In pratica questo punteggio climatico comporterà l’acquisto di più obbligazioni emesse da società con una buona performance climatica e meno obbligazioni da quelle con una performance climatica negativa.

A luglio la Bce aveva spiegato che queste misure “sono concepite nel pieno rispetto dell’obiettivo primario dell’Eurosistema di mantenere la stabilità dei prezzi. Mirano – si leggeva nel comunicato della banca centrale – a tener conto il rischio finanziario legato al clima nel bilancio dell’Eurosistema e, con riferimento al nostro obiettivo secondario, sostenere la transizione verde dell’economia in linea con gli obiettivi di neutralità climatica dell’Ue”.

L’impegno della Lagarde sul clima non sembra però lo stesso nei confronti del caro-energia, che sta mettendo in difficoltà l’intero sistema economico europeo. Mentre altre banche centrali – da quella inglese a quella danese – stanno intervenendo a sostegno degli operatori energetici, creando fondi ad hoc da decine di miliardi, affinchè non perdano l’accesso al mercato mettendo ko i clienti finali, la presidente della Bce ha invece chiesto ai governi di varare misure temporanee per frenare le bollette, altrimenti l’inflazione crescerebbe ancora di più.

Privilegiare acquisti di bond societari climaticamente migliori ha un valore economico, assolutamente, dato che – come segnala il World Economic Forum – il 55% del Pil mondiale dipende dalla tutela della biodiversità. Tuttavia l’emergenza attuale è quella dei prezzi sopportati da aziende e famiglie per saldare le fatture di gas e luce. La stabilità dei prezzi dipende anche dalla stabilità del sistema socio-economico: se quest’ultimo perde pezzi, inevitabilmente ci saranno ripercussioni a 360 gradi. Alcune primarie banche centrali europee sono intervenute per affrontare il caro-energia, la Bce per ora no.