La Lombardia guiderà le regioni europee dell’auto: “No a cittadini di serie A e serie B”

A Monza siglata una nuova dichiarazione con passaggi fondamentali voluti dalla Lombardia e sottoscritte da tutte le 36 regioni. Il nuovo presidente sarà Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico.

“Se vogliamo avere successo in Europa per l’automotive, dobbiamo assicurarci che le persone possano permettersi le auto. Se non c’è domanda, beh, l’industria non può funzionare. Quindi dobbiamo essere competitivi, aumentare la competitività, essere competitivi tecnologicamente, ma dobbiamo anche assicurarci che le persone possano permettersi le auto elettriche. Questa è una delle grandi sfide per l’industria europea ora, costruire auto elettriche che i nostri consumatori possano permettersi. Questo è il componente sociale, ma alla fine è anche una delle condizioni per mantenere e sviluppare ulteriormente una forte industria automobilistica in Europa”. Con queste parole il commissario europeo uscente al Lavoro e ai Diritti sociali, Nicolas Schmit, è intervenuto stamattina all’autodromo di Monza durante l’evento dell’Alliance Regions Automotive (Ara), cioè l’alleanza tra 36 regioni europee impegnate ad agevolare la transizione dell’industria automobilistica e dell’indotto. Un evento organizzato nella vetrina mondiale delle 4 ruote lombarde proprio perché la Lombardia assumerà dal primo gennaio la guida dell’Ara, l’alleanza tra 36 regioni europee impegnate ad agevolare la transizione dell’industria automobilistica e dell’indotto. Il nuovo presidente sarà Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia.

E Guidesi ha ripreso le parole del commissario Schmit, evidenziando l’orizzonte temporale della transizione nel settore auto “non lo stabiliamo noi ma lo stabilisce il mercato in questo momento. Il mercato ci sta dicendo che c’è poco tempo per aggiustare le scelte che erano state fatte precedentemente, ce lo stanno dicendo i consumatori, i cittadini europei, che ci stanno dicendo che quelle scelte probabilmente sono state sbagliate, quelle scelte, lo dicevo al Commissario Schmidt prima durante la sessione di lavori, quelle scelte hanno portato a classificare i consumatori in Europa, cittadini di serie A e cittadini di serie B. I cittadini di serie A sono quelli che potenzialmente possono permettersi un’auto, i cittadini di serie B sono quelli che potenzialmente se la potevano permettere e oggi, grazie alle scelte che sono state fatte, non possono più permettersi. Ecco, questa non è l’Europa in cui noi crediamo… noi crediamo nei principi solidaristici, di condivisione e di integrazione su cui da sempre l’Europa si basa. Il settore dell’automotive – ha proseguito Guidesi – deve ricevere degli aggiustamenti anche per questi motivi, anche per motivazioni dal punto di vista sociale e anche perché non sia un clamoroso precedente rispetto al rischio di industrializzazione di cui le Confindustrie europee parlavano qualche giorno fa”.

A Monza è stata siglata anche una nuova dichiarazione con passaggi fondamentali voluti dalla Lombardia e sottoscritte da tutte le 36 regioni appartenenti all’Ara. Tra i passaggi più significativi certamente il richiamo chiaro alla “neutralità tecnologica riguardo ai modi di conseguire l’obiettivo della mobilità stradale a zero emissioni”, o ancora la “vitale importanza dell’industria automobilistica per la prosperità e la competitività – nonché per la coesione economica, sociale e territoriale – dell’Unione europea; sempre in tema di ‘neutralità tecnologica, si afferma al punto 22 della “necessità di rispettare l’ampia varietà di situazioni di mobilità e di integrare l’elettrico con le tecnologie alternative, climaticamente neutre dalla produzione all’impiego, eventualmente esistenti, in linea con la dichiarazione adottata in esito al vertice del G7 Trasporti svoltosi a Milano nel 2024”. Di matrice lombarda anche il capitolo sull’esigenza di escludere le auto storiche dai vincoli sugli obiettivi climatici e quello, centrale, che invita l’Ue a riaffermare la metodologia di valutazione del ciclo di vita (LCA) per determinare il reale impatto sull’ambiente di un automezzo, dato che il parametro non può essere limitato al fattore emissioni ma occorre considerare tutti gli aspetti, a partire dalle fonti per la produzione dell’energia.