La ricetta per la transizione del Portogallo: incentivi e risparmi

Nei primi cinque mesi dell'anno è stato utilizzato un totale del 59,4% di energie rinnovabili per produrre elettricità

La ricetta della transizione energetica made in Portogallo. A maggio, nel Paese, la produzione di energia fotovoltaica ha raggiunto il livello più alto di sempre. E il mercato residenziale sta facendo passi da gigante: le famiglie fanno i conti e optano sempre più spesso per una soluzione che prometta di essere più economica ed ecologica, approfittando degli incentivi pubblici. Edp, uno dei principali operatori lusitani, ha contato a luglio 75.000 clienti residenziali produttori e consumatori di energia solare: +50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A scatenare la voglia di solare è stata la guerra in Ucraina, con relativa esplosione dei costi energetici. Marzo infatti è stato anche il mese che ha registrato, finora, il maggior volume di nuove adesioni, con 4900 clienti diventati ‘proconsumatori’. Ma anche a luglio i dati sono lusinghieri: +4.400 clienti convertiti al fotovoltaico.

Come ha fatto il governo a convincere le famiglia ad abbandonare le vecchie bollette e abbracciare il mondo del solare? Riducendo l’Iva dal 23% al 6% sui costi di acquisto dei pannelli solari. Un taglio fiscale che significa che, ad esempio, che un contratto con Edp può essere ridotto da un valore totale di 2.214 euro a 1.908 euro, con un risparmio di 306 euro. Oppure un pagamento mensile da 36,90 euro a 31,80 euro per 60 mesi.

Secondo l’Associazione Portoghese per le Energie Rinnovabili (Apren), nei primi cinque mesi dell’anno il Portogallo ha utilizzato un totale del 59,4% di energie rinnovabili per produrre elettricità, posizionandosi così solo dietro a Norvegia (99,6%), Danimarca (76,1%) e Austria (73,2%). Le stime per questo mercato si sono così rafforzate in un’ottica di autonomia energetica lusitana. Secondo un’analisi della società di consulenza Mordor Intelligence il mercato dell’energia solare in Portogallo dovrebbe crescere di oltre il 6,5% all’anno tra il 2022 e il 2027. D’altronde sono 220 le concessioni di progetti di energia fotovoltaica, alimentata dagli incentivi pubblici.

Lisbona ha obiettivi precisi: 80% della domanda energetica del Paese da fonti rinnovabili entro il 2030 e 100% entro il 2050. Per arrivarci la capacità fotovoltaica del Paese dovrà crescere, sostiene Bloomberg, del 133% entro quella data.

In questo senso la partecipazione delle famiglie al raggiungimento dei target è fondamentale. E le famiglie ci stanno eccome. Incentivi governativi a parte, il mercato offre già diverse alternative e offerte a chi vuole produrre e consumare energia solare o semplicemente consumarla, aderendo attraverso singoli condomini o interi quartieri.
La transizione si può fare, dunque. Basta renderla attraente economicamente.