Più donne impegnate nell’agricoltura equivale a un maggior benessere della comunità. E’ quanto emerge da uno studio della Penn State e dell’Università del Wisconsin-Madison, il primo a valutare concretamente questo collegamento. Ma perché accade? Secondo i ricercatori la causa principale è dovuta al modo in cui le donne agricoltrici affrontano le loro attività; modi che hanno un impatto positivo sulle comunità a cui appartengono.
Lo studio, pubblicato su Applied Economics Perspectives and Policy, ha rivelato che le contee degli Stati Uniti con una quota maggiore di aziende agricole possedute o gestite da donne hanno tassi più elevati di imprenditorialità non agricola, aspettative di vita più lunghe e tassi di povertà più bassi.
“Sappiamo da precedenti ricerche qualitative che le donne agricoltrici tendono a entrare nel settore per ragioni diverse rispetto agli uomini e spesso prendono decisioni pensando al bene comune”, spiega Claudia Schmidt, assistente di marketing e sistemi alimentari locali/regionali presso la Penn State University e autrice principale dello studio. “Ad esempio – aggiunge – si sforzano di soddisfare un bisogno sociale nella loro comunità o danno priorità alla gestione ambientale rispetto ai profitti”. La ricerca esplora, quindi, il concetto di “agricoltura civica” a guida femminile, che “si traduce effettivamente in un miglioramento del benessere della comunità in luoghi con percentuali più elevate di donne agricoltrici”.
Il fatto che esistano ricadute positive sul territorio, spiegano i ricercatori, suggerisce che avere una massa critica di donne agricoltrici all’interno di una regione più ampia, e non solo all’interno di una contea, ha un impatto ancora maggiore sul benessere regionale
Negli ultimi 20 anni negli Usa il numero delle aziende agricole gestite da donne è aumentato. E in Italia? Secondo un’indagine del centro studi di Confagricoltura, le imprese femminili attive in agricoltura sono 256.815 (dieci anni fa erano meno della metà, rappresentavano il 14% del totale delle aziende).
Secondo gli ultimi dati Istat, le donne occupate in agricoltura sono 823mila: il 30% circa del totale. I capi di azienda donna registrati nel 2020 sono il 31,5% (30,7% nel 2010; 25,8% nel 2000). Le aziende guidate da donne sono collocate soprattutto nelle Regioni del centro sud: la percentuale più alta (40%) di imprenditrici agricole è in Molise. Quelle a capo di aziende agricole coltivano il 21% della Sau (Superficie agricola utilizzata), ma producono il 28% del Pil agricolo.