L’inflazione durerà anni, Bankitalia: “L’energia pesa solo per un terzo”
Fortunatamente, per le tasche delle famiglie e i bilanci delle imprese “i provvedimenti adottati dal governo per mitigare l’impatto dei rincari energetici hanno contenuto l’inflazione di circa 2 punti percentuali nel terzo trimestre”, puntualizza Via Nazionale
“L’inflazione è più persistente” si legge in un titolino dentro l’ultimo Bollettino Economico della Banca d’Italia. Nel corso dell’estate i prezzi al consumo sono ulteriormente aumentati, al 9,4 per cento in settembre, “continuando a risentire dei rialzi eccezionali dei prezzi dei beni energetici e della loro trasmissione a quelli degli altri beni e dei servizi”, scrive Bankitalia. Fortunatamente, per le tasche delle famiglie e i bilanci delle imprese “i provvedimenti adottati dal governo per mitigare l’impatto dei rincari energetici” hanno “contenuto l’inflazione di circa 2 punti percentuali nel terzo trimestre”, puntualizza Via Nazionale.
Il problema è che “il prezzo del gas naturale rimarrà molto elevato per tutto il prossimo anno – continua Via Nazionale – anche a causa dei rischi gravanti sulla sicurezza degli approvvigionamenti”. Secondo le inchieste della Banca d’Italia, “il pessimismo delle imprese sulla propria situazione operativa si è acuito. Quasi due terzi delle aziende manifatturiere e oltre due quinti di quelle del terziario indicano difficoltà legate al costo dell’energia analoghe o superiori rispetto al secondo trimestre”. Rincari insopportabili che, per un’azienda su due, potrebbero essere trasferiti sui prezzi al consumo e che spingono “sempre circa la metà delle imprese a mettere in atto strategie di efficientamento energetico o ad adeguare i macchinari a fonti energetiche alternative facendo un più intenso ricorso all’autoproduzione di elettricità”. Più grave, in base alla rilevazione di Bankitalia, è il fatto che il 15% “ridurrebbe la produzione”.
Questi ultimi dati riguardano il mondo produttivo. Le famiglie invece “si aspettano di sostenere maggiori costi per beni alimentari ed essenziali e, in modo più marcato, per trasporti e utenze domestiche, che rappresentano una quota significativa dei consumi soprattutto per i nuclei meno abbienti”. Le bollette pesano, ma non sono più l’unico problema. Infatti “l’incremento dei prezzi dei beni energetici spiega poco meno di un terzo dell’inflazione di fondo in settembre” in Europa, evidenzia Bankitalia nel Bollettino.
Ecco che allora “le nostre stime più recenti indicano che in uno scenario di base l’inflazione si collocherebbe all’8,5 per cento nella media del 2022, scendendo al 6,5 nel 2023, per poi portarsi poco sopra il 2 per cento l’anno successivo”, stima Via Nazionale. Ma “in uno scenario avverso – in cui si ipotizzano un arresto delle forniture di gas russo dall’ultimo trimestre del 2022, un nuovo rincaro dell’energia e un più marcato rallentamento del commercio mondiale – l’inflazione continuerebbe a salire anche il prossimo anno, superando il 9 per cento, per poi scendere in maniera decisa nel 2024”. Unica certezza, dunque, è che i prezzi saranno sopra la media del 2% per anni.