Fra meno di un mese scatta il mercato libero per le forniture di gas, mentre il 10 aprile 2024 finirà la maggior tutela anche per l’elettricità. In tv e sul web abbondano le guide e le offerte per i nuovi clienti del mercato libero. Tuttavia le circa 4 milioni di persone che dovranno scegliere a quale operatore affidarsi non hanno ancora le idee del tutto chiare. Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, da sempre si è speso per liberalizzare le tariffe, anche durante i suoi incarichi al governo e al ministero dello Sviluppo Economico, non perdendo mai di vista l’obiettivo finale ovvero il risparmio in bollette all’interno di un servizio efficiente. A Gea propone così 5 consigli per orientarsi.
Direttore, dal 10 gennaio cambia il mercato del gas: qual è la prima regola per scegliere una tariffa nel mercato libero?
“Primo, decidi cosa vuoi: se vuoi prenderti il rischio di pagare un prezzo un po’ più alto in cambio dell’opportunità di catturare tutte le riduzioni prezzi, allora prendi un’offerta a prezzi variabile. Se vuoi invece dare peso alla certezza di versare sempre la stessa cifra, rinunciando magari a eventuali risparmi, allora prendi un’offerta fissa”.
Adesso i prezzi del gas stanno cadendo, ora sarebbe conveniente puntare su un fisso?
“Seconda regola: osserva il mercato e quando i prezzi sono a un livello più basso rispetto all’ultimo anno e hai la percezione che potrebbero risalire, prendi in considerazione un prezzo fisso rispetto al variabile”.
Terzo comandamento?
“Non aver paura di cambiare, cambiare è facile. I tempi sono abbastanza rapidi. Dal 2026 si farà in 24 ore. Ora servono 3 settimane o al massimo un mese, ma se tu cambi nei primi 10 giorni del mese la fornitura nuova arriva il primo mese successivo. La procedura è rodata, distributori e operatori sanno già gestire bene i cambiamenti e il sistema funziona”.
Ma c’è vera concorrenza tra operatori?
“C’è assolutamente, infatti la quarta regola è dare un’occhiata a quello che succede sul mercato. Esiste il portale dell’Arera e ci sono numerosi siti comparatori privati. Ripeto: cambiare è facile e se vediamo che un operatore ci potrebbe soddisfare di più non dobbiamo fare altro che cambiare”.
Quinta regola?
“Non aver paura di telefonare al fornitore per vedere se ci sono offerte alternative. L’elettricità e il gas sono come la telefonia, hanno le stesse opportunità, stessi funzionamenti, stessi rischi… Non devi essere un soggetto passivo del sistema, ma parte attiva. La maggior tutela infatti aveva il problema che ci induceva alla passività, un ostacolo obsoleto…”.
Posto che magari domani mattina qualcuno blocca il canale di Suez o il Mar Rosso e il mercato cambia radicalmente, ma con gli elementi che abbiamo a disposizione si può prevedere un ulteriore calo del gas?
“E’ quasi vietato fare previsioni, dopo quello che abbiamo visto nell’ultimo anno e mezzo, però nel medio termine i prezzi medi del gas sono probabilmente destinati a calare”.
E l’elettricità?
“L’energia elettrica, intesa come valore della commodity vera e propria dove può esserci concorrenza, segue ancora molto da vicino i prezzi del gas. Per cui se pensiamo che questi ultimi scenderanno, calerà anche l’elettricità”.
Anche in bolletta?
“Le componenti all’interno della bolletta saranno però destinate a salire, in pratica è il costo della transizione. Come queste due voci, prezzo della commodity e delle componenti, si compenseranno è tutto da vedere ma c’è più spazio per trovare l’offerta giusta in base al proprio modo di vivere. Ad esempio se sei disponibile a mettere a disposizione il tuo contatore per cedere energia quando non la usi, puoi andare incontro a risparmi”.
E’ mancata però un’educazione alla scelta nel libero mercato…
“Ahimè sì, anche il linguaggio è importante. Ci pensiamo come utenti di gas ed energia, cioè soggetti che non hanno leva di intervento, mentre si piò cambiare e diventare parte attiva. C’è un grande tema di comunicazione e questa campagna di cui il ministero parla da tre mesi, deve spiegare le modalità di superamento della tutela – poco meno di 4 milioni – ma deve essere rivolta alla stragrande maggioranza del mercato libero, spiegare le tutele vere, i loro diritti… alcune associazione dei consumatori hanno colto questa sfida, cercando di capire le vere opportunità e modalità di risparmio”
Pure le aziende devono cambiare? I call center, visto le sanzioni dell’Antitrust, non sembrano funzionare benissimo…
“Distinguiamo, i call center che gestiscono i problemi sono ultra-regolamentati, addirittura se il tuo fornitore non dà seguito ai reclami puoi segnalare i disservizi nel portale dell’Arera e ci sono i moduli per la conciliazione”.
L’abuso delle telefonate però…
“A volte ci sono comportamenti truffaldini che danneggiano la reputazione dell’operatore per cui lavorano. Questo è un problema che le aziende devono porsi. Serve sicuramente una maggiore regolamentazione”.