L’Italia inizia a tracciare la strada della sicurezza degli approvvigionamenti elettronici. La società di Singapore Silicon Box investirà nel Paese 3,2 miliardi di euro per un nuovo impianto produttivo primo nel suo genere in Unione europea.
La location resta ancora ignota, la società ha visitato diversi siti nel Nord Italia e comunicherà la sua scelta a breve, per l’effettivo inizio lavori si dovrà attendere l’approvazione della Commissione Europea. Lo stabilimento sarà costruito e gestito secondo il net zero, riducendo al minimo l’impronta di carbonio e l’impatto sull’ambiente.
Ad annunciarlo Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, e Byung Joon Han, co-fondatore e Ceo della società specializzata in tecnologie chiplet integration, advanced packaging e testing. L’attività, spiegano, contribuirà a soddisfare la domanda di assemblaggio di semiconduttori – principalmente nel mercato europeo – per abilitare nuove tecnologie come applicazioni di nuova generazione nel campo dell’intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni e componenti per veicoli elettrici. L’investimento si inserisce nella strategia europea segnata dal Chips Act e in quella italiana per la microelettronica. Secondo il ministro, a pieno regime l’investimento potrà generare circa 1.600 nuovi posti di lavoro diretti, oltre ai posti di lavoro indiretti generati nel più vasto ecosistema di fornitura e logistica inerente. I recenti sconvolgimenti globali, osserva Urso, “sottolineano la necessità di costruire una catena di approvvigionamento più resiliente per i semiconduttori in Europa“. Il governo, quindi, “mette i chip e la microelettronica al centro delle priorità strategiche”. Un’iniziativa che “testimonia ancora una volta che siamo in grado di attrarre gli interessi dei player tecnologici globali e che l’Italia è in corsa per ricoprire una posizione di leadership nel settore“, è convinto Urso, sperando che la struttura farà da catalizzatore per nuovi investimenti in Italia. L’Italia è stata la “prima scelta per la nostra espansione globale”, scandisce Byung Joon (BJ) Han, certo che l’innovazione di Italia e Singapore sia “guidata da valori culturali simili, che abbracciano curiosità, passione e un instancabile impegno verso l’eccellenza“.
L’operazione di Silicon Box in Italia si inserisce nell’ambito dell’obiettivo dell’Unione Europea di recupero del 20% della capacità produttiva globale di semiconduttori entro il 2030 volto a sostenere una visione di una catena di fornitura globale di chip che sia resiliente e geograficamente equilibrata. Per la scelta della sede, spiega, Silicon Box sta valutando una serie di fattori e tutte le opzioni: “Il contesto, le infrastrutture, la presenza di centri di ricerca, le università. È una valutazione che faremo nei prossimi mesi. Crediamo di poter iniziare entro l’anno”.