Ocse abbassa previsioni crescita globale: +2,9% nel 2025. Rimuovere barriere commerciali

Il Pil globale crescerà del 2,9% quest'anno e il prossimo, in calo rispettivamente di 0,2 e 0,1 punti percentuali. La crescita degli Stati Uniti "rallenterà drasticamente"

I dazi doganali imposti da Donald Trump ai suoi partner peseranno pesantemente sull’attività economica in tutto il pianeta. E’ quanto avverte l’Ocse abbassando le previsioni di crescita globale, in particolare negli Stati Uniti. “Abbiamo rivisto al ribasso la crescita di quasi tutte le economie del mondo” a causa dei dazi, ha dichiarato l’economista capo dell’organizzazione, Alvaro Pereira. “Il commercio ne risente, in particolare consumi e investimenti”, ha continuato l’economista commentando il rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.

L’OCSE, che riunisce 38 paesi sviluppati, terrà una riunione ministeriale oggi e domani a Parigi. A margine di questa riunione sono previsti anche colloqui tra i negoziatori americani ed europei sui dazi doganali, oltre a una riunione del G7 incentrata sul commercio. Appena arrivato alla Casa Bianca a gennaio, il presidente americano Donald Trump ha dato il via a un vero e proprio boom doganale imponendo tariffe punitive ai suoi partner. Ha creato un forte clima di incertezza per le imprese a causa dei suoi annunci, a volte seguiti da pause ma anche da improvvisi inasprimenti, come la sua decisione di venerdì di raddoppiare la sovrattassa su acciaio e alluminio al 50% a partire da mercoledì.

Fino ad ora, l’attività economica aveva beneficiato di un effetto Trump che si è concretizzato in un aumento degli scambi commerciali “alla fine del 2024 e nel primo trimestre del 2025”, secondo l’OCSE, grazie alla volontà delle imprese di ricostituire le scorte prima della caduta delle tariffe. “Tuttavia, ci sono segnali di un peggioramento di questi risultati”, avverte l’OCSE, citando il crollo dei prezzi del trasporto di container tra Shanghai e gli Stati Uniti, conseguenza diretta dello stallo tra Pechino e Washington. “L’impatto dei recenti aumenti delle tariffe bilaterali tra gli Stati Uniti e i suoi partner commerciali sarà probabilmente sempre più evidente negli indicatori economici”, continua l’OCSE. Questa preoccupazione è ancora maggiore se si considera che “gli Stati Uniti costituiscono un importante mercato di esportazione per diversi paesi”, spiega l’istituzione con sede a Parigi, elencando: “circa il 75% delle esportazioni di beni proviene da Messico e Canada, il 19% dal Giappone, il 13% dalla Cina e il 10% dalla Germania”.

L’aliquota effettiva dei dazi statunitensi sulle merci importate è aumentata a maggio, secondo l’OCSE, dal 2% al 15,4%, “il livello più alto osservato dal 1938”. La crescita globale ne risentirà logicamente, e si prevede che raggiungerà il 2,9% quest’anno e il prossimo, in calo rispettivamente di 0,2 e 0,1 punti percentuali rispetto alle precedenti stime pubblicate dall’Ocse a marzo. Queste erano già state riviste al ribasso per il 2025 e il 2026 a causa delle tensioni commerciali. La crescita degli Stati Unitirallenterà drasticamente”, prevede l’Ocse, e il principale freno tra i paesi più sviluppati ricadrà sugli Stati Uniti: si prevede che il PIL crescerà dell’1,6% nel 2025, rispetto al 2,2% di marzo. Il calo è più modesto per il 2026, dove la crescita dovrebbe raggiungere l’1,5%, rispetto all’1,6% previsto a marzo. Oltre alla guerra commerciale, “un’ulteriore contrazione dell’immigrazione netta e una riduzione del numero di dipendenti del governo federale dovrebbero indebolire la crescita” negli Stati Uniti, prosegue, riferendosi alla politica di Donald Trump nel suo Paese. Anche l’inflazione negli Stati Uniti dovrebbe rimanere elevata, aggiunge l’istituzione economica internazionale, prevedendo un tasso del 3,2% quest’anno e del 2,8% l’anno prossimo, circa un punto in più rispetto all’eurozona, sempre a causa dei dazi. Nonostante gli attacchi di Trump, l’eurozona non ha registrato un ulteriore peggioramento delle sue previsioni di crescita, come a marzo.

L’OCSE prevede una crescita del PIL dell’1% quest’anno, nonostante il maggiore pessimismo per la Francia, che dovrebbe scendere dallo 0,8% allo 0,6%. Per quanto riguarda l’Italia, le prospettive di crescita per l’Italia passeranno dallo 0,7% del 2024 allo 0,6% nel 2025 e allo 0,7% nel 2026. Il Giappone, da parte sua, ha visto le sue previsioni ridotte allo 0,7%, rispetto all’1,1% di marzo.