L’agricoltura è un settore cardine per l’economia italiana. Lo dimostra anche la drammatica situazione di crisi che il comparto sta affrontando a causa della siccità che da settimane non da tregua al Paese. Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli, nel corso di un’informativa alla Camera, definisce questi mesi di aridità come “un altro tassello di un momento di crisi per i sistemi agroalimentari”, sottolineando poi come la siccità stia provocando enormi lacune alla capacità produttiva del comparto facendo emergere, ancora una volta, “quanto le sorti del settore agricolo siano strettamente connesse anche al benessere economico e sociale dell’intero Paese”.
Le proiezioni fornite da Ispra per il prossimo futuro non lasciano alcuna speranza: “È prevista, a livello nazionale, una riduzione della disponibilità della risorsa idrica che va dal 10 al 40%“, chiarisce Patuanelli. Mai come ora c’è bisogno di azioni concrete, ma soprattutto “non è più rinviabile il rafforzamento del coordinamento degli interventi strutturali volti alla mitigazione dei danni derivanti dal fenomeno della siccità e il potenziamento e adeguamento delle Infrastrutture idriche”. Sono diverse le Regioni alle quali è già stata deliberata la dichiarazione dello stato di emergenza: “È anche per questo motivo che – afferma il ministro – il Governo sta lavorando per inserire nel decreto legge a sostegno dei lavoratori delle imprese alcune disposizioni urgenti per affrontare l’emergenza idrica“.
Tra le misure per contrastare gli effetti deleteri dell’aridità c’è anche il rinnovo gli strumenti di gestione del rischio disponibili per gli agricoltori: “Dal 1 gennaio 2023 verrà istituito un Fondo mutualistico nazionale”, spiega Patuanelli. Per quanto riguarda la quantificazione dei danni economici, per adesso i dati non sono reperibili in quanto “c’è ancora una maturazione in corso e quindi bisogna capire il calo delle rese“.
Se da una parte questo tempo imprevedibile ha messo – e continua a mettere – a rischio il Paese, dall’altra un po’ della colpa deve essere attribuita anche a noi. “Un dato preoccupante è la scarsa capacità di stoccaggio dell’acqua piovana, che in Italia ammonta a circa l’11%”, illustra il ministro. Dati che ci dicono, in modo chiaro, in che direzione intervenire per il futuro: “aumentare la capacità di conservazione di acqua, rendendo più moderni gli invasi esistenti realizzando nuove opere a livello territoriale e aziendale, rinnovare e rendere efficiente la rete idrica riducendo le perdite e garantendo un monitoraggio puntuale degli usi, promuovere un uso razionale della risorsa idrica nel settore agricolo e industriale, privilegiando le tecniche di agricoltura di precisione, l’agricoltura 4.0“. Più che un’affermazione, quella di Patuanelli, vuole essere un appello a “sensibilizzare anche i cittadini a un uso responsabile dell’acqua quale bene comune da preservare per le future generazioni“.