Pellegrino (A.r.t.e.): “Rivedere autorizzazioni comunità energetiche, gap Ue su bollette”

Il portavoce dell'Associazione di Resellers e Traders di Energia spiega a GEA che "veniamo tacciati di fare extraprofitti, ma abbiamo avuto extraperdite"

A.r.t.e., acronimo di Associazione di Resellers e Traders di Energia, rappresenta 140 operatori, 16.000 addetti, 4 miliardi di fatturato aggregato ed oltre 1,6 milioni di contatori serviti. E’ nata nel 2020 e il suo portavoce è Diego Pellegrino, energico manager esperto del mercato degli elettroni.

Dottor Pellegrino, voi siete collegati minuto per minuto ai prezzi energetici, che sono in netto ribasso mentre le bollette, vedi gas, hanno avuto un sussulto al rialzo. La tempesta è passata?

“Per le bollette preciso che dipende anche dal governo, dalla sua volontà di aiutare i clienti operando sugli oneri di sistema, certo è che la materia prima domina. Mi spiego: se metto sul piatto della bilancia i rincari che ci sono stati e gli aiuti, vedo che l’aumento medio è stato di 250 mwh per l’elettricità, mentre l’aiuto è stato di circa 50 euro. Quindi dobbiamo sempre guardare il prezzo dell’energia o del gas, prezzo che fino a un paio di anni fa viaggiava tra i 12 e i 14 euro megawattora, parlo del metano, mentre ora siamo sotto quota 40 dopo il picco di 340 euro a fine agosto. Anche l’energia elettrica è scesa, da inizio mese abbiamo una media di 118-119 euro/mwh, però…”

Però?

“I prezzi medi in Europa sono di 90 euro/Mwh, cioè da noi l’energia costa il 30% in più. E’ qua che voglio porre l’attenzione. Oggi siamo tutti felici che non è più 500, ma resta il gap per aziende e famiglie. Cosa stiamo facendo? Nulla… Sì, ora entrerà in funzione un nuovo rigassificatore, però siamo indietro su tutto il resto”.

La bolletta dunque potrebbe tornare a salire, come ha ventilato Arera, nella seconda metà dell’anno?

“Non sappiamo cosa succederà quest’inverno, sono felice di aver sbagliato le previsioni ad agosto e settembre scorsi. Nessuno però poteva prevedere il meteo caldo, il lockdown della Cina che non ha richiamato il Gnl che prima richiamava. Tutto questo ha fatto sì che i prezzi siano rimasti buoni, le variabili del prossimo inverno però restano: temperature magari meno calde e poi appunto il Gnl verso la Cina. Se Pechino riparte e andrà ad attrarre molto ma molto più Gnl qualche problemino potremmo averlo, un interrogativo cui nessuno può rispondere. E poi c’è l’incognita russa, che ci ha salvato nonostante una forte riduzione del flusso. Va detto comunque che ora gli stoccaggi sono pieni al 66%, mentre lo scorso anno erano al 37%…”

Appare però una netta divergenza tra mercato tutelato e mercato libero sul costo delle bollette.

“Il mercato tutelato rappresenta meno del 10% dei clienti però è molto enfatizzato. Alcuni numeri per intenderci: i volumi sono pari all’8,5% del totale in kwh, nessuna partita Iva sta più in tutela, che nel domestico interessa solo un cliente su tre. Va poi tenuto conto, sempre per la tutela, dei conguagli. Esempio: il delta di aprile tra prezzo fissato dall’authority e prezzo di mercato pagato dall’operatore, spunta sulla fatturazione del prossimo trimestre, così come l’eventuale delta di maggio e giugno, attraverso la perequazione. Così tuttavia non si fa un favore al mercato”.

Il mercato libero è così tanto diverso?

“Il libero non segue la tariffa di tutela, perché è troppo bassa rispetto a tutte le previsioni. Quando Arera ha deciso il -55% non si era basata su un indice comune, per cui c’è una forbice tra tutela a libero a favore di quest’ultimo, ma nel prossimo trimestre magari accade il contrario. Ricordo che a fine 2022 la tutela invece era più cara del libero. Prima dicevo che la tutela non fa bene al mercato, anche perché se un utente tutelato si ritrova con un prezzo inferiore a quello di mercato, è portato a consumare più creando potenzialmente problemi al sistema intero”.

L’elettricità è la fonte del futuro. Bisognerà moltiplicare le rinnovabili. Quanto crede alle comunità energetiche?

“Ci sono tanti aspetti positivi, finalmente stiamo spiegando e dicendo che ognuno si dovrebbe produrre la propria energia. E’ l’ottimizzazione che si sta sottovalutando, ovvero la rete. Se produci energia solare in Sicilia ma la consumi a Milano, quanto costa portare l’elettricità lungo la Penisola?”.

Quindi questa corsa alle Cer potrebbe non essere sostenibile, nonostante i tanti incentivi?

“Ripeto, la cosa più giusta che si possa fare è consumare energia dove si produce, tuttavia nessuno sta dicendo che serve un partner tecnologico per la gestione di tutti questi impianti, se ne sta parlando troppo poco”.

Problemi di rete, partner tecnologico… cosa dovrebbe fare Terna?

“Non abbiamo concesso autorizzazioni partendo dall’analisi della struttura della rete. Terna dovrebbe dire: in quella zona mi servono 10 mwh. E’ impegnativo collegare comunità slegate o lontane dalle rete. Che poi… le rinnovabili sono vantaggiose poiché puoi realizzarle vicine al consumo di energia”.

C’è anche il tema auto elettriche, serve più energia e più diffusa per le ricariche…

“Ecco in questo ambito c’è un errore di fondo, nel senso che non si possono imporre dogmi. Il mondo è passato dal vapore al gas grazie allo sviluppo tecnologico. Oggi la Ue vuole dirci l’arrivo, senza rivelarci il percorso. Sono sicuro che l’auto elettrica supererà quella motore endotermico, ma ci si deve arrivare naturalmente. C’è appunto il problema batterie, che non abbiamo. Così cadiamo dalla padella alla brace”.

Quale dovrebbe essere il percorso?

“Partiamo da una fotografia della realtà, guardando quanto paga per l’energia l’Europa e il resto del mondo, siamo quelli che stanno peggio. Una fabbrica che produce pasta spende 10 di energia da noi, ma negli Usa versa 7. Questo comporterà un riequilibrio mondiale devastante con rischio di desertificazione industriale del continente. Servono correttivi alla strategia europea, che ci riportino a un percorso di cambiamento tecnologico naturale”.

Chiudiamo però parlando di A.r.t.e, avete organizzato da poco la prima assemblea in presenza dell’associazione. Come sta il vostro settore? Spesso siete nel mirino di una certa opinione pubblica…

“Veniamo tacciati di fare extraprofitti, ma abbiamo avuto extraperdite, perché la marginalità è a venduto e fatturato a metrocubo. E poi mi permetta…”

Prego…

“Altri settori non sono stati toccati dall’aumento dei tassi. Anzi…”

Chiede sacrifici ad altri?

“Questo lo deciderà il governo, però quando mi parlano di extraprofitti rispondo così: abbiamo avuto 40 operatori in default per i prezzi energia. Ciò nonostante abbiamo applicato nel 67% dei casi prezzi fissi per due anni, salvando così consumatori e le aziende dal boom dei prezzi”.