Record storico dell’export, ma l’import energetico rovina la festa

La macchina del made in Italy, che sembra avere sette vite nonostante le tempeste perfette annunciate quotidianamente, continua a inanellare record dopo la mini frenata di giugno

importazioni petrolio

L’export cala ma vale di più. In termini monetari sale del 18%, mentre i volumi scendono del 4%. La macchina del made in Italy, che sembra avere sette vite nonostante le tempeste perfette annunciate quotidianamente, continua a inanellare record dopo la mini frenata di giugno. Guardando le tabelle dell’Istat si nota infatti che le esportazioni crescono da marzo 2021. Addirittura sono 9 mesi che l’incremento dell’export cresce a doppia cifra, cinque mesi consecutivi che segnalano una crescita superiore ai 50 miliardi. In termini pratici: a luglio le esportazioni hanno rappresentato quasi 58 miliardi di euro. Da inizio anno siamo a +364 miliardi. Rispetto ad agosto 2021: +580 miliardi.

Numeri mai visti, il dato di luglio è il più alto in assoluto in termini monetari, però sono incredibili anche i numeri delle importazioni: +44%, sempre in termini monetari, ovvero 58,170 miliardi. A luglio – spiega Istat – il disavanzo commerciale è infatti pari a -361 milioni di euro, a fronte di un avanzo di 8,575 miliardi di luglio 2021. E’ dal dicembre scorso che la bilancia commerciale è negativa. Un anno fa, nei primi sette mesi, vantavamo un avanzo commerciale di 37 miliardi, quest’anno il rosso è invece di 14 miliardi. Bruciati insomma oltre 50 miliardi. Chi è il colpevole? Gas e petrolio, per i quali abbiamo speso in appena sette mesi ben 76 miliardi, appunto 50 in più rispetto allo stesso periodo 2021.

Il rapporto euro-dollaro, che ha visto soccombere la moneta unica europea fino alla parità, ha da una parte garantito maggior export data la convenienza del cambio – non a caso a luglio l’incremento delle esportazioni verso i mercati extra Ue è stato del 5,7% contro il +2,6% all’interno dell’eurozona – dall’altra parte comporta un’importazione di inflazione, visto che le quotazioni delle materie sono principalmente dollari. Da considerare comunque che a luglio i prezzi di petrolio e soprattutto gas erano inferiori ai livelli attuali, inoltre nel trimestre aprile-giugno le nostre imprese avevano beneficiato di una inattesa riduzione delle bollette.

A proposito di bollette, quella pagata dall’Italia alla Russia, ovvero le importazioni da Mosca nei primi sette mesi del 2022, fino a luglio è stata di poco meno di 20 miliardi. Dieci in più rispetto al 2021, cioè un quinto del rincaro delle intere spese energetiche subito dall’Italia. Il boom dei costi non dipende direttamente solo da Putin.