
Sono passati tre mesi dall’annuncio del gruppo – era il 18 dicembre – e domani, mercoledì, 19 marzo, il presidente di Stellantis, John Elkann, siederà finalmente in Parlamento – davanti alle commissioni Attività produttive e Industria di Camera e Senato – per la tanto attesa audizione sul futuro industriale del gruppo in Italia. Un appuntamento “doveroso” per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che si aspetta la dimostrazione di “un nuovo corso in cui sia centrale il ruolo degli stabilimenti italiani in questa grande processo”.
L’invito rivolto a Elkann da Luigi Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera era stato inizialmente declinato, ma era chiaro, allora, che i tempi non erano maturi. Il ceo, Carlos Tavares, aveva appena annunciato le sue dimissioni e il tavolo al Mimit del 17 dicembre scorso era già stato fissato. Un tavolo durante il quale era stato delineato il nuovo piano industriale per l’Italia con l’aumento dei modelli in produzione, elettrici e ibridi, e la salvaguardia dei livelli occupazionali. Un progetto da 2 miliardi di investimenti nel solo 2025, oltre a 6 miliardi di acquisti da fornitori che operano nel nostro Paese. Il governo aveva messo a disposizione del comparto auto 1,6 miliardi fino al 2026, per supportare le imprese nella transizione in corso. Risorse destinate alle imprese della filiera, dal momento che Stellantis ha rinunciato ai contributi pubblici. In questi mesi il gruppo ha più volte rassicurato sull’intenzione di proseguire con gli investimenti nel nostro Paese e se è vero, come aveva ricordato proprio Elkann presentando i dati economici, che il 2024 è stato un “anno di forti contrasti per l’azienda, con risultati al di sotto del nostro potenziale”, l’obiettivo per il 2025 è una guidance finanziaria “di crescita positiva dei ricavi netti”. Con gli utili in calo del 70% a 5,5 miliardi di euro e i ricavi giù del 17% , Stellantis punta ora sul lancio di dieci nuovi prodotti, di “nuove piattaforme e modelli multi-energy” e sulla “produzione di batterie per veicoli elettrici attraverso le nostre joint venture”.
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Naturalmente, molto dipenderà anche dal prossimo amministratore delegato: le procedure di selezione, assicura il gruppo, sono in corso con “eccellenti candidati”, sia esterni sia interni e la nomina dovrebbe arrivare entro la prima metà dell’anno. Soltanto lunedì è stato annunciato un investimento da 38 milioni di euro nello stabilimento di Verrone, in provincia di Biella, per la produzione di componenti essenziali per la costruzione di moduli di propulsione elettrica (Edm) che vengono attualmente realizzati in vari impianti di Stellantis in Europa. Un progetto che “rientra nelle attività propedeutiche alla realizzazione del Piano Italia”. L’obiettivo dell’impianto è produrre a regime oltre 400 mila pezzi all’anno ma è già in corso la valutazione, in base a quello che sarà l’andamento del mercato automobilistico europeo, per ipotizzare un aumento negli anni successivi di ulteriori 200 mila componenti oltre a quelli attuali. A Mirafiori, intanto, all’inizio di aprile cominceranno i lavori per l’avvio della produzione della nuova 500 ibrida previsto a novembre, con l’obiettivo di 100mila vetture all’anno. Stellantis punta a costruire i primi prototipi già nel mese di maggio e iniziare così le attività sviluppo propedeutiche alla messa in produzione. A Termoli, invece, a partire dal 2026, inizierà la produzione dei cambi per veicoli ibridi con un obiettivo a regime di 300mila unità all’anno.